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Italia, 10 anziani di una Rsa positivi dopo il ciclo di vaccinazioni Pfizer: verifiche su varianti inglese e brasiliana

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Italia, 10 anziani di una Rsa positivi dopo il ciclo di vaccinazioni Pfizer: verifiche su varianti inglese e brasiliana

Mar, 16/03/2021 - 09:15

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Dieci ospiti di una Rsa di Pratovecchio Stia, in provincia di Arezzo, sono risultati positivi al coronavirus dopo essere stati vaccinati con entrambe le dosi Pfizer, la seconda ormai 35 giorni fa. Ora si tratta di capire se gli anziani siano stati colpiti da una delle due varianti manifestatesi nell’Aretino: inglese o brasiliana.

La notizia è stata diffusa dalla Asl Toscana sud est, spiegando che in 3 sono stati trasferiti in una Rsa Covid mentre gli altri sono stati isolati ma verranno tanch’essi trasferiti. Tutti e 10 i degenti, si precisa, sono  asintomatici. Intanto, i loro tamponi sono stati inviati al laboratorio per la verifica sulle varianti.

Per Danilo Tacconi, direttore di malattie infettive all’ospedale di Arezzo San Donato, il fatto che siano asintomatici “conferma che in determinati casi chi ha concluso il ciclo vaccinale può prendere l’infezione ma è protetto dalla malattia. La possibilità dell’infezione è più forte in caso di variante”. “E’ evidente – aggiunge – che la vaccinazione non deve assolutamente indurre ad abbandonare le misure di precauzioni.

Nel caso del vaccino Pfizer, quello somministrato agli ospiti Rsa, la protezione scatta 15 giorni dalla seconda dose ed è dalla malattia, soprattutto dagli effetti più gravi di essa. Altro elemento che deve indurre tutti a continuare ad applicare le norme di prevenzione è che il vaccinato che contrae l’infezione, può ovviamente trasmetterla ad altri”.

“La rilevazione dei casi di positività all’interno della nostra Rsa – commenta Nicolò Caleri, sindaco di Pratovecchio Stia – ha naturalmente destato una certa apprensione nella popolazione”: proprio per questo è “particolarmente importante la precisazione effettuata oggi dalla Asl sugli effetti del vaccino e sulla distinzione tra infezione e malattia”.

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