CALTANISSETTA – Risuonano, ancora, nella nostra mente e nella nostra coscienza, le parole pronunciate, nell’omelia, da sua eccellenza il vescovo Mons. Mario Russotto. Nel corso della messa solenne pontificale, sabato 29 settembre in onore del nostro patrono san Michele Arcangelo, l’alto prelato ha sollecitato ed incoraggiato i nisseni ad affidare le anime alla speranza ma non ha lesinato concetti “scomodi”, incisivi e pregni di spunti importanti per la riflessione del credente e del laico e che dovrebbero fungere da sprone per il nostro vivere quotidiano: ” Al nostro Patrono, San Michele Arcangelo, chiediamo di rivolgerci lo sguardo del cuore, della speranza – ha affermato il vescovo- basta, dunque, con gli inganni dei manovratori e di coloro che per fare carriera sbandierano i principi di legalità. Offriamo a San Michele Arcangelo la lealtà che ciascuno di noi deve manifestare con se stesso e con gli altri per gli impegni che ha assunto. Mettiamo tutti questi valori nella bilancia di San Michele e facciamo sì che siano prevalenti sui comportamenti negativi. Dobbiamo tutti impegnarci a eliminare la zavorra fatta di chiacchiere inutili, di promesse non mantenute, di mafiosità camuffata di legalità”.

In questo lunedì, primo ottobre, archiviata la festa patronale, dobbiamo misurarci con la quotidianità e la routine. Siamo di fronte ad un bivio, essere risucchiati ed “ingoiati” dalle malsane abitudini di comodismo e menefreghismo (che minano le nostre istituzioni amministrative e la speranza di un futuro positivo) o usare le parole del nostro vescovo come bussola per seguire la via, ardua ed irta, della moralità e dell’etica nella speranza che il nostro retto agire, spazzi via connivenza e “legalismo”? Non abbiamo risposte ma dubbi che agitano le nostre coscienze e che speriamo facciano altrettanto con le vostre.