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Regione, bando da 9 milioni di euro del PO FESR Sicilia 2021/2027: le perplessità degli operatori della comunicazione

Redazione

Regione, bando da 9 milioni di euro del PO FESR Sicilia 2021/2027: le perplessità degli operatori della comunicazione

Mer, 28/02/2024 - 19:48

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Crescono in Sicilia le perplessità e le critiche al recente bando da 9 milioni di euro (Iva inclusa) per realizzazione e attuazione delle azioni di visibilità, trasparenza e comunicazione del PO FESR Sicilia 2021/2027. Il bando, pubblicato dal dipartimento regionale alla Programmazione che del Po Fesr è anche Autorità di gestione preoccupa non poco gli addetti ai lavori. Con una base d’asta superiore a 7,5 milioni di euro ( oltre 9 milioni Iva inclusa), il bando si propone di comunicare ai cittadini il valore dell’Europa e le azioni previste dal programma operativo al fine di sostenere la crescita e la prosperità della regione. Ma vediamo cosa ha previsto l’amministrazione regionale e come rispondono le imprese del settore che stanno lavorando in queste settimane per partecipare al bando.

Aspetti Critici del Bando
Nonostante l’importante finanziamento messo a disposizione dalla Regione Siciliana con il ricorso alle risorse comunitarie, il bando sembra presentare, agli occhi competenti di numerosi operatori della comunicazione che si sono messi a lavoro dopo la sua pubblicazione, elementi di scarsa chiarezza e sembra opporsi, in taluni passaggi, ai principi di innovazione ed efficienza, richiamando errori già commessi in passato dall’amministrazione regionale. Errori di cui non sembra esserci consapevolezza o dei quali la burocrazia regionale si dimentica tra una fase di programmazione comunitaria all’altra. In particolare, secondo gli osservatori tecnici e potenziali concorrenti, risulta eclatante la riproposizione di un approccio obsoleto alla comunicazione, limitando le attività creative e il piano dei mezzi principalmente alle affissioni, trascurando i media digitali, la radio e la Tv. In pratica il concorrente designato vincitore dovrà mettere a disposizione della stazione appaltante, le affissioni ma non i media digitali, i giornali quotidiani, le radio e nemmeno le tv del digitale terrestre.
Il nodo della questione non riguarda la liceità o legittimità del bando, che non sono messe in discussione. Riguarda piuttosto il merito culturale e industriale di un bando di tal fatta: un bando anacronistico. Nel 2024, in piena epoca di intelligenza artificiale e in un mondo in cui imprenditori, cittadini e nuove generazioni operano in modalità always on (sempre connessi su internet o sui social), si privilegia in via esclusiva e con la massima attenzione soltanto il media principe del secolo scorso, ancora fondamentale per il buon esito di una campagna pubblicitaria ma non sufficiente: se l’intenzione è quella di raggiungere il massimo numero degli utenti target che in questo caso sono i siciliani nella loro interezza l’affissione non sembra la via migliore.

Era opportuno (oltre che auspicabile) un approccio integrato nella previsione del media mix.
Altro tema è quello che riguarda il disallineamento tra media digitali e affissioni: i tempi di pubblicazione della gara per i media digitali dovrebbero essere coincidenti con quelli delle affissioni. E invece non è così. Evidentemente la cronaca delle esperienze passate non ci ha insegnato nulla: lo sfasamento dei tempi tra la gara per i servizi e quella dei media digitali ha prodotto in alcuni casi l’impossibilità a impiegare tutte le risorse disponibili con alcuni giornali online, all’epoca destinatari di budget per la pubblicità che non sono riusciti a impiegate perché il programma PO FESR è terminato prima delle azioni di comunicazione previste sul media digitale ( c’erano le risorse ma non c’era più cosa comunicare). I fondi non utilizzati sono stati restituiti all’Europa?

Risposte Insoddisfacenti alle richieste di chiarimento
Le aziende interessate hanno chiesto chiarimenti sull’interpretazione di alcuni passaggi del bando anche senza fare alcun riferimento agli aspetti anacronistici che qui stiamo provando a mettere in evidenza. Tuttavia, le risposte fornite sono state giudicate poco chiare e insufficienti a dissipare i dubbi, compromettendo la trasparenza del processo di gara. Un risultato sembra certo: è aumentata a dismisura la frustrazione delle numerose agenzie di comunicazione che parteciperanno al bando attratte dal budget per un lavoro interessante ma in imbarazzo rispetto al linguaggio e alla scarsa chiarezza che la macchina burocratica regionale, in alcuni casi, mostra di utilizzare come schema unico.

Riflessioni sulla procedura di gara
La procedura di gara è definita in modo dettagliato nel “Disciplinare di Gara”, che stabilisce le modalità di presentazione delle offerte, i criteri di aggiudicazione e le fasi di espletamento della gara. L’intero processo si svolgerà attraverso una piattaforma di e-procurement, con l’obiettivo di garantire la massima trasparenza e partecipazione. Tuttavia, emergono preoccupazioni riguardo alla capacità del bando di attrarre proposte innovative e di garantire un utilizzo efficace dei fondi disponibili.

L’attuale bando solleva questioni importanti sull’adeguatezza delle procedure di appalto pubblico nell’era digitale. La mancanza di chiarezza e l’adesione a modelli comunicativi datati non solo rischiano di compromettere l’efficacia delle campagne di comunicazione ma anche di precludere l’accesso a opportunità più innovative e inclusive. Si raccomanda, pertanto, una revisione del bando, con un’attenzione particolare alla chiarezza delle disposizioni e all’inclusione di strategie comunicative moderne, in grado di sfruttare appieno le potenzialità offerte dai nuovi media.

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