Salute

Rassegna Stampa. Sicilia, il tasso di positività schizza in 24 ore al 6,8% Lo spettro della zona rossa

Antonio Fiasconaro - La Sicilia

Rassegna Stampa. Sicilia, il tasso di positività schizza in 24 ore al 6,8% Lo spettro della zona rossa

I numeri. Il virus galoppa: 1.120 nuovi casi su 16mila tamponi. Cresce la pressione sulle terapie intensive (+7). Segnalati dalla Regione 9 morti
Lun, 12/04/2021 - 12:00

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Varianti o non varianti,
in Sicilia l’infezione da Coronavirus
galoppa su tutti i fronti. A risentirne,
ovviamente, la pressione che si
registra quotidianamente sugli ospedali.
Il presidente della Regione Nello
Musumeci nella conferenza stampa
di sabato aveva messo già le mani
avanti e registrando un incremento
soprattutto negli ospedali evoca
una “zona rossa” per tutta l’Isola. Evidentemente
stiamo pagando lo
scotto delle festività di Pasqua e Pasquetta
e la “zona rossa” istituiti
prima nella città di Palermo e da ieri
e fino al 22 aprile prossimo in tutta
la provincia la dice lunga sulla
preoccupazione del governatore.
Leggendo tra le righe il report
diffuso ieri pomeriggio dal ministero
della Salute emerge a chiare lettere
il trend in particolare per le terapie
intensive: nelle ultime 24 ore
sono aumentati i ricoveri passando
da 164 di sabato a 171 di ieri, quindi
con un incremento di 7 nuovi soggetti
ed altri 14 nuovi ingressi nella
stessa giornata di ieri.
Per quanto riguarda invece l’area
medica, cioè i reparti di Malattie Infettive,
Medicina e Pneumologia,
nell’Isola sempre nelle ultime 24
ore si è registrato un lieve decremento:
da 1.152 ricoverati totali a
1.148 di ieri, quindi con una flessione
di 4 ricoveri.
Altro dato è quello dei nuovi positivi:
1.120 su 16.541 tamponi processati
tra molecolari (7.447) e rapidi
(9.094) con un tasso di positività che
è schizzato a 6,8% sabato era al
4,7%), addirittura più alto della media
nazionale (6,2%). Un tasso che
secondo alcuni esperti non è un elemento
così importante, infatti, di
solito quando ci sono meno tamponi
processati il livello di positività
alza l’asticella e di contro quando i
test sono numerosi si abbassa di
conseguenza.
Dei nuovi 1.120 positivi ben 431 sono
quelli che sono stati registrati
nella provincia di Palermo che, ormai
ha una tale “febbre” da portare
la Regione ad istituire da ieri e fino
al prossimo 22 aprile la “zona rossa”
che si aggiunge a quella già attuata
per il capoluogo.
Dopo la provincia di Palermo, a
seguire per numeri di nuovi contagi
Messina con 162, Catania 112, Siracusa
142, Enna 29, Ragusa 64, Caltanissetta
49, Agrigento 66 e Trapani
65.
Il trend dei decessi continua ad
essere sempre più basso. Secondo il
report del ministero nelle ultime 24
ore sono stati segnalati dalla Regione
9 nuovi morti che portano il bilancio
provvisorio totale dall’inizio
della pandemia a 5.038 decessi.
Mentre sono 331 i guariti, sempre
nelle ultime 24 ore.
Attualmente ci sono 22.971 persone
positive, 21.652 in isolamento domiciliare.
I guariti salgono a 158.478.
Da inizio pandemia sono 186.487 le
persone contagiate.
Il sindaco di Palermo chiede la ripresa
degli screening nelle scuole.
Ha indirizzato una lettera al presidente
della Regione Nello Musumeci,
al direttore dell’Asp di Palermo
Daniela Faraoni e al commissario
per l’emergenza Covid a Palermo
Renato Costa e per conoscenza al
ministro della Salute Roberto Speranza,
al Prefetto di Palermo Giuseppe
Forlani e al direttore dell’Ufficio
Scolastico Regionale Stefano
Suraniti.
E poi c’è il caso di Ragusa che ha
mandato su tutte le furie il direttore
generale dell’Asp Angelo Aliquò.
Ben 20 positivi nel coro parrocchiale
della città iblea e alcuni parenti
sarebbero pure finiti in terapia
intensiva.
Il manager dell’azienda sanitaria
si è sfogato in un post sul suo suo
profilo social dopo che è emersa la
questione generata dal coro: «Se
non fosse da piangere ci sarebbe da
ridere: ma davvero per adesso non
si può fare a meno di un coro? Evidentemente
no! Così, dopo il sassofonista
che questa estate ha spruzzato
il virus tra i tavoli degli invitati
di un paio di matrimoni, ecco i nuovi
fenomeni: i coristi. Altri contagi e
altre persone in pericolo di vita. Altra
sofferenza, altre lacrime e ancora
paura. E altro duro lavoro per il
personale sanitario fuori e dentro
gliospedali». l

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