Salute

Nuovo ospedale Ragusa, 26 indagati: appalti milionari, mazzette e falsi collaudi 

Redazione

Nuovo ospedale Ragusa, 26 indagati: appalti milionari, mazzette e falsi collaudi 

Gio, 15/11/2018 - 08:25

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RAGUSA – E’ stata significativamente battezzata “Ethos” l’operazione della Guardia di finanza del Comando provinciale di Ragusa, conclusasi con la notifica dell’avviso di chiusura indagini, emesso dalla procura iblea nei confronti di 26 persone tra dirigenti, tecnici, collaudatori e rappresentanti di imprese. I filoni investigativi hanno riguardato diversi aspetti della gestione della Azienda sanitaria provinciale, focalizzandosi poi sulle attivita’ connesse al completamento del nuovo ospedale di Ragusa, nel cui ambito, in particolare sono stati ipotizzati i reati di corruzione, falso, ed interruzione di pubblico servizio. Individuate anche condotte di frode nelle pubbliche forniture ai danni dell’Asp per oltre 3,5 milioni di euro per l’appalto pulizie. Segnalazione alla Corte dei Conti Regionale per danno erariale per circa 4,5 milioni di euro.
La complessa indagine svolta dai finanzieri della Compagnia di Ragusa, durata oltre un anno, e’ partita da una segnalazione che evidenziava anomalie sulla gestione del servizio di pulizie eseguito a favore degli ospedali e degli uffici dell’Asp dell’intera provincia. L’appalto, del valore di 32 milioni di euro, e’ stato assegnato a una ditta di Udine, costituendo il primo caso di servizio di questo tipo affidato in provincia a favore di un unico soggetto economico. E’ stato possibile verificare che l’azienda appaltatrice forniva una prestazione sensibilmente diversa, sia per numero di dipendenti impiegati che per monte ore effettuate, inferiori di oltre il 20% rispetto a quello previsto. Anche la quantita’ e qualita’ dei macchinari forniti era difforme da quella indicata in sede di aggiudicazione dell’appalto, laddove veniva accertato un minor numero di tali dotazioni, per una percentuale pari all’80%. In questo quadro le attivita’ di controllo qualita’ sul servizio, che secondo quanto indicato in sede di appalto dalla ditta friulana dovevano avvenire mediante strumenti innovativi per rilevare “lo sporco biologico”, nella pratica venivano eseguite solo sporadicamente ed assicurate da una dipendente della ditta che eseguiva il tutto utilizzando metodi molto piu’ tradizionali, ovvero la vista, l’olfatto ed un fazzoletto di carta. Il ricalcolo degli importi delle centinaia di fatture emesse, nel periodo giugno 2014-febbraio 2018 e liquidate dall’Asp, ha fatto emergere il reato di frode nelle pubbliche forniture, per indebito pagamento di servizio di pulizie non reso, di oltre 3,5 milioni di euro.
Ravvisate anche ipotesi di corruzione, legate all’assunzione presso la ditta di pulizie di due soggetti parenti o vicini alla vecchia dirigenza dell’Asp, effettuate, secondo la procura, in cambio di un comportamento morbido degli enti competenti che non procedevano a far rilevare le numerose irregolarita’ nel servizio di pulizia.

L’attivita’ investigativa, sviluppata in concomitanza delle fasi di completamento del nuovo ospedale, ha fatto emergere gravi irregolarita’ nella realizzazione di alcuni impianti tecnologici. Si tratta dei collaudi delle Unita’ di trattamento d’aria (Uta), al servizio di ambienti particolarmente delicati, quali il blocco parto, il blocco operatorio, nonche’ i locali destinati alla terapia intensiva coronarica ed a quella neonatale. La sanificazione dell’aria avviene proprio attraverso il passaggio dell’aria ‘pulita’ prodotta dalle Uta e l’estrazione di quella ‘sporca’. Tali unita’ risultavano tutte collaudate tra la fine del mese di maggio e l’inizio di giugno 2017, grazie a false attestazioni di perfetto funzionamento, mentre le successive attivita’ tecniche hanno fatto emergere che il funzionamento delle Unita’ avveniva in maniera difforme. In tre casi, e’ stato riscontrato, nelle sale operatorie, una pressione negativa, che significa che invece di essere immessa nell’ambiente aria pulita ed estratta aria sporca, avveniva l’esatto contrario. False attestazioni hanno riguardato anche il collaudo e la revisione di parti importanti dell’impianto antincendio. Falsi preventivi e false relazioni hanno interessato anche un’altra delibera del direttore generale, collegata alla assegnazione di lavori per circa 40 mila euro.
Le intercettazioni hanno accertato una ipotesi di corruzione tra il direttore dei lavori, interno all’Asp, e il collaudatore, esterno, che in cambio della disponibilita’ prestata alla redazione del controllo a campione, chiedeva di elevare il compens da circa 1.500 a 7 mila euro. Nonostante il malfunzionamento o il mancato completamento di opere e impianti dell’Ospedale “Giovanni Paolo II”, la governance del tempo, ha proceduto comunque ad avviare nella meta’ di giugno 2017 le fasi di trasferimento dai vecchi ospedali, allo scopo di rispettare ad ogni costo la data dell’inaugurazione prevista per il 26 giugno 2017. La conclamata mancanza dei requisiti minimi per l’apertura del nuovo ospedale, emersa grazie all’attivita’ degli investigatori, ha reso necessario interrompere le operazioni di trasloco avviate con il ritorno nelle vecchie strutture, condizione che ha provocato un blocco dei ricoveri per un prolungato periodo, con sovraffollamento delle altre strutture presenti in provincia. Per il procuratore capo di Ragusa, Fabio D’Anna, “si rischiava di aprire un ospedale con ambienti delicatissimi come quelli delle sale operatorie, contaminati e con il rischio per i pazienti di contrarre infezioni”. Quantificato in circa 4,5 milioni di euro il danno per le casse pubbliche, anche in ragione delle opere di adeguamento e ripristino degli impianti inefficienti, nonche’ degli oneri aggiuntivi dovuti al doppio trasferimento dai vecchi plessi ospedalieri, oggetto di segnalazione alla magistratura contabile

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