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Ventiduenne nisseno accusato di omicidio stradale a Caltanissetta: a giudizio con il rito abbreviato

Redazione

Ventiduenne nisseno accusato di omicidio stradale a Caltanissetta: a giudizio con il rito abbreviato

Lun, 22/04/2019 - 17:59

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CALTANISSETTA – Parola al pubblico ministero nel giudizio con il rito abbreviato per uno dei due procedimenti nati a carico di un giovane e che hanno preso vita da una tragedia della strada. Episodio, con qualche aspetto ombroso, che con un iter giudiziario travagliato, alla fine, ha fatto scattare due procedimenti a carico di un giovane: uno per omicidio stradale, l’altro per omissione di soccorso e fuga stradale.

Protagonista è il ventiduenne Kevin Lombardo (che viene assistito dall’avvocato Cristian Morgana) che per rispondere di omicidio stradale ha chiesto il giudizio con rito abbreviato.

Imputazione legata al decesso del pakistano Mohamed Rafiq Towffeq, travolto e ucciso da un’auto il 10 aprile del 2015. Poco dopo l’incidente avrebbe compiuto 28 anni.

Ma per la gravità delle ferite riportate, una ventina di giorni dopo l’incidente è deceduto. Una vicenda che dal punto di vista giudiziario è stata inizialmente archiviata, ma che poi ha vissuto una nuova stagione sull’onda delle indagini difensive curate dalla legale che assiste la famiglia del giovane poi deceduto.

È emerso un nuovo scenario che poi ha fatto sovvertire radicalmente la situazione. Perché se in prima analisi la procura ha chiesto e ottenuto l’archiviazione, sulla base delle indagini difensive ha poi proposto il rinvio a giudizio del giovane automobilista. Che s’è ritrovato sul capo due distinti dossier.

Quello legato all’imputazione più pesante passerà per il giudizio abbreviato.

Sarà legato, come d’altronde l’altro procedimento per la presunta fuga, all’incidente stradale avvenuto alle prime luci dell’alba del 10 aprile del 2015.

Quando il giovane pakistano è stato travolto da un’automobile – e per l’accusa al volante ci sarebbe stato l’imputato – mentre in contrada «Bulgarella» stava camminando a piedi. Il presunto investitore non si sarebbe reso conto di averlo colpito, questa sarebbe stata poi la tesi a discolpa. E quando è tornato sui suoi passi perché qualcuno gli aveva fatto notare una botta all’auto, lì, sul luogo dello scontro, ha già trovato la polizia. Il resto è stato un iter giudiziario tormentato. (Fonte gds.it)

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