GELA  – Nasce a Gela una sede del Banco Alimentare. L’iniziativa, frutto di un accordo fra il Comune, la Fondazione Banco Alimentare, il Banco Alimentare della Sicilia Onlus ed Eni tramite le sue controllate Enimed, Raffineria di Gela e Syndial, mira allo sviluppo di un progetto territoriale che risponda ai bisogni alimentari delle fasce piu’ deboli della popolazione gelese. Si stima – secondo i dati in possesso dell’assessorato ai Servizi Sociali – che a Gela siano 6 mila le persone bisognose, con un aumento del 10 per cento rispetto al 2016 e con un reddito dunque inferiore a 6.840 euro. Al Banco Alimentare, che sorgera’ in via Generale Cascino, nel deposito dell’ex mattatoio, faranno capo 12 associazioni che gia’ si occupano a Gela delle famiglie piu’ bisognose. I fondi per la ristrutturazione della sede, che aprira’ nei primi mesi del prossimo anno, verranno messi a disposizione da Eni e ammontano a 250 mila euro.
“Vogliamo dare – ha dichiarato il sindaco di Gela, Domenico Messinese – un contributo reale alle persone bisognose. Il Banco Alimentare avra’ rapporti direttamente con le associazioni, perche’ sono coloro che operano quotidianamente sul territorio e che conoscono bene e in maniera approfondita le necessita’ delle fasce piu’ deboli”.
“E’ la prima volta – ha sottolineato Andrea Giussani, presidente della Fondazione Nazionale Banco Alimentare – che ci troviamo ad avviare una collaborazione che nasce dal basso. Questa iniziativa nasce dal bisogno e dalle strutture caritative presenti a Gela che in questo modo potranno destinare le loro risorse economiche ad altre richieste che provengono da chi sta vivendo un momento di difficolta'”.
“E’ un’iniziativa – ha spiegato il presidente della Raffineria Eni di Gela, Maurizio Mazzei – che riteniamo di fondamentale importanza perche’ ha una valenza di aiuto e collaborazione con il territorio. C’e’ un forte bisogno sociale ed economico. Con questa iniziativa, che ci appassiona e che vedra’ tutto il nostro impegno, vogliamo aiutare chi ha effettivamente bisogno, a reintegrarsi con il tessuto sociale”