Salute

Sanita’: Consiglio Stato ‘riapre’ graduatoria medicina generale

Redazione

Sanita’: Consiglio Stato ‘riapre’ graduatoria medicina generale

Sab, 04/04/2015 - 22:12

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PALERMO – Il Consiglio di Stato ha chiesto al Tar del Lazio di rivedere la decisione con cui aveva rigettato il ricorso di 300 studenti esclusi dalle scuole di specializzazione di medicina e con la stessa ordinanza, emessa ieri, ha riscontrato illegittimita’ generali della graduatoria di medicina generale della Sicilia e ha pertanto riammesso un ricorrente. Della decisione danno notizia gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, che hanno assistito la Fp Cgil Medici, nell’impugnazione amministrativa. Il Consiglio di Stato si e’ per la prima volta pronunciato in sede giurisdizionale su uno dei piu’ discussi concorsi di questi ultimi anni. “Queste due vittorie – dice Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici- rappresentano un ulteriore passo avanti della nostra battaglia a favore di tutta la categoria dei giovani medici che non riescono a specializzarsi, sebbene molti posti prestabiliti non vengano assegnati. Non solo si e’ affermato il principio che i giudizi di primo grado devono essere rivisti, ma e’ stata accolta anche l’ammissione in sovrannumero senza ledere il diritto degli ammessi al concorso. La questione economica -prosegue il sindacalista- secondo i dati in nostro possesso, e’ a nostro avviso una farsa, o meglio e’ una precisa scelta politica. Lo Stato sta rischiando ingentissimi risarcimenti dei danni senza avere la controprestazione di questi medici senza i quali i reparti non potranno andare avanti”.

Il caso del concorso di medicina generale riguarda la Sicilia. A differenza delle specializzazioni caratterizzate dalla graduatoria unica su tutto il territorio nazionale, il corso per diventare medico di famiglia e’ gestito dal ministero della Salute e dalle Regioni. Un test unico per tutti, da svolgersi nello stesso giorno, ma con graduatorie regionali e la “lotteria” imponderabile della scelta della Regione dove concorrere.
“Con questo metodo -commenta l’avvocato Santi Delia che assieme all’avvocato Michele Bonetti e’ titolare dei ricorsi che nel 2012 portano il Miur alla Corte Costituzionale e introdussero di fatto la graduatoria unica per quei concorsi- si assiste alla presenza di candidati rimasti fuori dal corso di formazione nella Regione Sicilia con punteggi di 75 ed altri, a centinaia, ammessi in altre Regioni con punteggi molto piu’ bassi”. Tra le altre, il legale cita ad esempio Molise (punteggio minimo 69), Sardegna (punteggio minimo 71), Calabria (72), Veneto e Basilicata (74), Puglia (68). “Cosi’ -osservano i due avvocati- il concorso si trasforma in una vera e propria cabala” ove, per usare le parole del Consiglio di Stato nell’ambito del contenzioso poi approdato alla Consulta, “la scelta degli ammessi risulta dominata in buona misura dal caso. Appare paradossale, inoltre -concludono Bonetti e Delia- che”i giovani medici siano stati inseriti in un sistema di graduatoria nazionale che li porta a circolare in ambito nazionale e rappresentano la categoria da sempre privilegiata per valorizzare in ambito comunitario il principio di libera circolazione delle persone e dei titoli e, solo nell’ambito della medicina di famiglia, si assista ad una incomprensibile e non meritocratica chiusura”.

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