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Lenticchia di Villalba, firmato il disciplinare di produzione del presidio Slow Food: aderiscono 17 produttori

Redazione

Lenticchia di Villalba, firmato il disciplinare di produzione del presidio Slow Food: aderiscono 17 produttori

Ven, 06/12/2013 - 11:24

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Foto produttori Lenticchia di Villalba 2-12-2013VILLALBA – Continua il percorso di valorizzazione della Lenticchia di Villalba, leguminosa tipica del comune del vallone in provincia di Caltanissetta, che dopo essere stata ammessa 6 anni fa a far parte dell’Arca del Gusto di Slow Food, il progetto di salvaguardia di prodotti dell’agricoltura tradizionale, che viaggia per il mondo e raccoglie le piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall’omologazione, è diventato Presìdio Slow Food nel mese di ottobre dell’anno scorso, grazie al  sostegno della Regione Siciliana con l’Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari, ed ha partecipato per la prima volta come Presìdio Slow Food al Salone del Gusto di Torino alla fine del mese di Ottobre.

Lunedì scorso 2 Dicembre a Villalba, è stato definito e firmato dai diciassette produttori che hanno aderito al progetto di valorizzazione, il disciplinare di produzione della Lenticchia, alla presenza del responsabile del Presìdio Slow Food Pasquale Tornatore. I produttori che si sono impegnati a rispettare il disciplinare, sottoscrivendolo sono: Ettore Cipolla, Filippo Calafato, Dario Ferrara, Michele Agnesi, Salvatore Ricottone, Giuseppe Di Vita, Giuseppina Zaffuto, Cinzia Lodato, Giuseppe Iucolino, Giuseppe Ricottone, Salvatore Ricottone, Giuseppe Di Vita, Giovanna Ferrara, Graziella Saia, Francesco Di Gesu, Giuseppe Tatano, Angelo Catalano.

        In questa prima fase di avvio, i produttori del Presìdio Slow Food della Lenticchia di Villalba sono riuniti in due organismi associativi, il Consorzio Volontario di Tutela e Valorizzazione della Lenticchia di Villalba e l’Associazione Produttori Lenticchia di Villalba, ma entro breve tempo dovrà essere una sola l’associazione che riunirà tutti i produttori. Al Presìdio potranno aderire in seguito tutti i produtori che firmeranno il disciplinare, condividendo il progetto di tutela dei Presìdi Slow Food. Il Disciplinare è stato redatto, dopo confronti con i produttori, dal Prof. Francesco Sottile della Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo.

Si tratta di un buon risultato, l’adesione così numerosa al Presìdio Slow Food della Lenticchia, che dopo la partecipazione a Torino al Salone del Gusto dell’anno scorso, ha visto incrementare la richiesta di prodotto da diverse zone d’Italia, e che richiede quindi una mifliore organizzazione della produzione per soddisfare le richieste del mercato.

La prima testimonianza scritta di questa coltivazione nel territorio di Villalba viene riportata dallo scrittore Giovanni Mulè Bertolo nel libro Memorie di Villalba edito nel 1900, ma la coltivazione della lenticchia di Villalba era già storicamente presente nel territorio. Questa lenticchia (Lens Culinaris Medik.) appartiene, come quella di Altamura, al morfotipo macrosperma a seme grande, tipico delle aree temperate.

Il periodo di massima produzione di questa lenticchia si è avuto tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, quando circa il 30% della produzione italiana arrivava dalla Sicilia e in particolare da Villalba. Questo legume era particolarmente richiesto per le sue caratteristiche organolettiche e per la preferenza, in quel periodo, di tipologie a seme grande. Successivamente il costo della manodopera e le rese limitate hanno costretto molti coltivatori ad abbandonare la coltivazione. Inoltre, il mercato si è sempre più orientato verso una riduzione del consumo di legumi e un aumento del consumo di lenticchie a seme piccolo, favorite anche da un minore tempo di cottura.

La ripresa si è avuta solo dagli anni Novanta grazie all’interessamento del CNR di Bari; nel 2000 la lenticchia di Villalba è stata inserita nell’elenco dei prodotti agricoli tradizionali della regione Sicilia. La coltivazione, a semina autunnale, avviene su terreno arato superficialmente e seminato a file distanti 80 cm circa. La raccolta si esegue manualmente, le piante sono raggruppate in piccoli fasci e lasciate essiccare all’aria aperta per 5-8 giorni fino alla separazione del seme, che è eseguita meccanicamente. Dalle analisi eseguite dal CNR è emerso che la lenticchia di Villalba si caratterizza per un elevato contenuto proteico, basso tenore in fosforo e potassio, ma soprattutto alto contenuto in ferro (talvolta oltre i 10 mg per 100 grammi di prodotto). Nel 2004 il comune di Villalba ha istituito un Comitato scientifico per la caratterizzazione scientifica dell’ecotipo, l’individuazione delle malattie che riducono drasticamente la resa, la valorizzazione e la commercializzazione del prodotto.

La Lenticchia Di Villalba è coltivata nel territorio del comune di Villalba e in parte dei comuni di Mussomeli, Marianopoli, Vallelunga e Cammarata.

 

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