Salute

Eni e il “Progetto Gela”, Pagano:”Dubbi e segnali non incoraggianti”

Redazione

Eni e il “Progetto Gela”, Pagano:”Dubbi e segnali non incoraggianti”

Lun, 05/08/2013 - 00:11

Condividi su:

CALTANISSETTA – L’importanza che lo stabilimento Eni di Gela riveste per l’economia e la crescita dell’area gelese e nissena è indiscussa, così come è altrettanto indiscusso il ruolo strategico che esso potrebbe ulteriormente sviluppare nell’ambito del sistema energetico nazionale se venisse ulteriormente implementato.

La volontà del gruppo Eni di tornare a scommettere sul grande impianto siciliano, attraverso il “Progetto Gela”, sembrava andare proprio in questa direzione, ma gli sviluppi successivi di tale vicenda smentiscono le impressioni iniziali.

Al riguardo mi giunge un rapporto, da me sollecitato, del Sen. Giuseppe Marinello, attuale presidente della commissione Ambiente, Territorio e Beni Ambientali del Senato e dunque tra le massime autorità in Italia competenti su tali questioni, che dimostra come da parte di Eni ci sia un atteggiamento poco chiaro circa i reali interessi del gruppo nei confronti dello stabilimento gelese.

In merito al “Progetto Gela”, nelle scorse settimane il presidente della commissione Ambiente, Territorio e Beni Ambientali Marinello aveva inoltrato all’amministratore delegato di Eni Scaroni una missiva nella quale venivano richiesti maggiori ragguagli circa le concrete modalità di attuazione del progetto.

In particolare, era stato chiesto se la centrale termoelettrica a coke da petrolio avrebbe continuato a funzionare dopo la ristrutturazione, nonché l’esatta valutazione comparativa degli inquinanti che saranno immessi in atmosfera a ristrutturazione ultimata, rispetto alla media degli ultimi quattro anni, con particolare riguardo al particolato sottile contenente metalli pesanti.

Paolo Scaroni

Ebbene, la risposta pervenuta da Eni è stata lacunosa e insoddisfacente. Quanto alla valutazione comparativa degli inquinanti, il gruppo non risulta in grado di qualificarli nonostante il progetto sia stato presentato alle autorità locali e regionali. Tale “approccio” solleva non pochi dubbi, in quanto solitamente la parte ambientale di un progetto è quella più importante.

Se a ciò si aggiunge che fonti qualificate interne allo stesso gruppo stanno lanciando segnali decisamente non incoraggianti, confermati dalla chiusura del primo semestre con un utile netto in calo e risultati assai deludenti per ciò che riguarda la raffinazione, il quadro circa le reali intenzioni di Eni comincia a delinearsi con una certa nettezza, e certamente non va nella direzione da noi tutti auspicata di pieno rilancio dello stabilimento siciliano.

Di fronte ad un quadro tanto incerto per il futuro del comparto raffinazione a Gela, al quale ha contribuito la scarsa chiarezza del management del gruppo, ho ritenuto di investire di questa delicata questione le competenti autorità preposte rivolgendo un’apposita interrogazione al ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato.
Alessandro Pagano

Pubblicità Elettorale