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Caltanissetta, Caso Saguto: depositate le motivazioni della Sentenza

Redazione 2

Caltanissetta, Caso Saguto: depositate le motivazioni della Sentenza

Ven, 16/04/2021 - 10:57

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I giudici del Tribunale di Caltanissetta hanno depositato in cancelleria le motivazioni della Sentenza sulla ex Presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto, ora radiata anche dall’albo professionale.

Il Presidente Andrea Catalano a latere Salvatore Palmeri e Valentina Balbo hanno sottolineato, nero su bianco, tutti gli aspetti della vicenda, lo scorso ottobre, hanno condannato Saguto a 8 anni sei mesi di carcere per corruzione e abuso d’ufficio. Tante le vicende correlate e le persone coinvolte come, ad esempio, gli “amici e parenti” che ricevevano incarichi senza che nessuno potesse controllarne il merito o la validità.

Chiarita la posizione dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, condannato per 7 anni e mezzo, poichè “non riceveva lucrosi incarichi per le sue indiscusse capacità professionali quanto invece perché lo stesso poteva ricambiare attraverso il conferimento di incarichi al marito della giudice e attraverso le dazioni di utilità indebite”.

Un rodato legame associativo basato su un “sinallagma corruttivo” attivo già dal 2010.

“L’aspettativa di ricevere da Cappellano Seminara denaro e altre utilità – hanno proseguito i giudici – ha inevitabilmente condizionato i procedimenti valutativi della Saguto che ha quindi fatto uso del potere discrezionale prescindendo del tutto dall’osservanza del dovere istituzionale di effettuare una valutazione comparativa degli interessi pubblici da perseguire”.

Interessi personali indebitamente sovrapposti ai doveri di ufficio chiaramente emersi durante il processo nel quale “è stata raggiunta la prova che il modus operandi che ha accompagnato nel tempo la condotta della Saguto era proprio quello di scegliere le persone cui affidare gli incarichi di amministratore giudiziario non in base alle loro capacità professionali bensì in base alle utilità che da loro poteva ricevere.

Ne sono la palese dimostrazioni le nomine di Roberto Nicola Santangelo e la nomina di Giuseppe Rizzo, il primo nominato al fine di ottenere la disponibilità di Carmelo Provenzano per garantire il buon esito degli studi del figlio Emanuele e per prodigarsi per coinvolgerlo successivamente nel lavoro, il secondo in ragione delle promesse di utilità di Rosolino Nasca, rappresentate dal coinvolgimento lavorativo del marito Lorenzo Caramma nella medesima procedura, nonché del figlio Francesco Caramma e della fidanzata di quest’ultimo, Mariangela Pantò, nel contesto di altro incarichi che eventualmente Rizzo avesse ottenuto”.

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