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Autonomia: in Sicilia fa 73 anni. Musumeci: “Argine a Stato predone” 

Redazione

Autonomia: in Sicilia fa 73 anni. Musumeci: “Argine a Stato predone” 

Mer, 15/05/2019 - 09:16

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PALERMO – L’autonomia siciliana oggi compie 73 anni. La ricorrenza dell’anniversario dello Statuto autonomistico “coglie la nostra Isola in un contesto economico piu’ dinamico, rispetto al recente passato. E’ ripartita la spesa pubblica produttiva, non solo comunitaria; le imprese tornano a investire, sale il risparmio delle famiglie, crescono le startup giovanili, aumentano le iscrizioni nelle universita’ dell’Isola. C’e’ voglia di ottimismo”, sostiene il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, nel suo messaggio diffuso nel giorno delle celebrazioni oggi dedicate al mondo della scuola, con gli studenti protagonisti stamane sul palcoscenico del Teatro Politeama sul tema dell’identita’ siciliana attraverso l’esperienza statutaria regionale. Risultati che sono merito “del lavoro di tanti e non solo del governo regionale, peraltro impegnato, da oltre un anno, in un serrato confronto con lo Stato per vedere in Sicilia cancellate indicibili ingiustizie e riconosciuti sacrosanti diritti”. Lo Stato, “inutile negarlo”, attacca Musumeci, “continua a essere predatore non solo a danno della Sicilia, ma dell’intero Meridione”. Per il presidente occorre lavorare, “a Roma come a Palermo”, affinche’ “un bambino che nasce nell’entroterra siciliano abbia davanti a se’ le stesse opportunita’ di chi nasce nel Veneto o in Lombardia. Dipende anche da noi, da tutti noi, voltare pagina e avviare una nuova stagione, non di rivincita vendicativa, ma di giustizia ristoratrice”.

Occorre rimuovere l’idea diffusa di una Sicilia “piagnona e parassita”, esorta Musumeci, e sapere finalmente rilanciare lo spirito autonomistico, “in un contesto non piu’ dei privilegi ma della responsabilita’. Sarebbe assurdo oggi sottovalutare l’importanza della prerogativa conquistata 73 anni fa mentre altre Regioni del Nord rivendicano faticosamente il diritto ad un autogoverno assai simile al nostro. Apprezziamolo, dunque, lo Statuto siciliano”. Alcuni risultati nel confronto con Roma sono stati raggiunti: con l’accordo sottoscritto a dicembre e con quello ufficializzato la scorsa settimana, a esempio, per il governatore, terminera’ “la lunga agonia delle nove ex Province: otterranno nuove risorse finanziarie, potranno approvare il loro bilancio e, quindi, sbloccare i fondi per gli investimenti sui rispettivi territori, offrendo cosi’ nuove opportunita’ di lavoro. Rimane il problema finanziario di molti Comuni dell’Isola in dissesto o in procinto di esserlo. Ed anche su questo fronte stiamo lavorando per avere dal governo nazionale risposte adeguate alla emergenza istituzionale”. E’ un confronto “senza compromessi e a tutela della dignita’ che ha saputo conservare il popolo siciliano”. E’ solo “un buon inizio”, avverte Musumeci, “tenuto conto che da sempre il centralismo romano tende a minimizzare e, in alcuni casi, persino a negare i principi essenziali della nostra autonomia, impedendo la corretta e piena applicazione delle norme statutarie

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