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Padre e figlio uccisi a Palermo, l’omicida si consegna: “Gli ho scaricato la pistola addosso”

Redazione

Padre e figlio uccisi a Palermo, l’omicida si consegna: “Gli ho scaricato la pistola addosso”

Ven, 15/03/2019 - 19:29

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PALERMO – “Gli ho scaricato la pistola addosso”. Lo ha ripetuto meccanicamente il 26enne Giovanni Colombo, nell’interrogatorio reso al pm di Palermo Ilaria De Somma e ai funzionari della Squadra mobile. Il giovane che ha confessato stamattina dopo essersi costituito spontaneamente al comando provinciale dei carabinieri, e’ stato sottoposto a fermo per il duplice omicidio di Antonino e Giacomo Lupo, padre e figlio di 53 e 19 anni, commesso ieri sera nel quartiere Zen di Palermo. E’ stato trasferito in carcere al Pagliarelli. “Eravamo gia’ sulle sue tracce, anche se non abbiamo ricevuto alcun tipo di collaborazione dai residenti ne’ dai parenti delle vittime”, ha spiegato il capo della Squadra mobile, Rodolfo Ruperti, “Colombo ha consegnato l’arma, una calibro 9 automatica su cui si stanno facendo altri rilievi per riscontrare la compatibilita’ con i bossoli e i proiettili esplosi, almeno 11 di questi sono andati a segno”. “Non avevo altra scelta – ha raccontato l’assassino – erano in troppi, tutti contro di me”. Secondo la dinamica illustrata dall’indagato reo confesso, i primi colpi della pistola Block usata dall’improvvisato sicario sarebbero stati sparati in aria: “Ho cercato di disperdere quelli che mi stavano aggredendo – ha detto Colombo – e in effetti gli spari hanno allontanato la maggior parte delle persone, ma non Antonino e Giacomo Lupo, che hanno continuato ad insultarmi e ad essere minacciosi contro di me, avvicinandosi per colpirmi. Ho avuto paura, gli ho sparato”. I colpi non hanno lasciato scampo alle vittime. “Poi sono scappato a casa di un parente, che mi ha aiutato. Ho chiamato il mio avvocato e mi sono costituito”.
Il giovane, assistito dall’avvocato Corrado Sinatra, ha spiegato pure di essersi procurata la pistola per motivi di sicurezza, perche’ da qualche tempo avrebbe avuto forti contrasti con un altro dei Lupo, Francesco, fratello di Giacomo e figlio di Antonino. Da un’ennesima discussione con lui e’ nato il litigio di ieri sera, culminato nel duplice delitto. E ci sarebbe un misterioso personaggio “protetto” dietro il duplice delitto. Giovanni Colombo, nella sua confessione, su questo punto e’ stato molto reticente: il contrasto con Antonino e Giacomo Lupo sarebbe legato proprio a una precedente lite con Francesco Lupo: i due si sarebbero scontrati perche’ Colombo sarebbe andato a “disturbare” una persona considerata “intoccabile”: “E’ cosa mia, non ti permettere di tornarci”, avrebbe detto Francesco Lupo, nel diffidare Colombo. Tuttavia l’indagato, di fronte alle insistenti domande del pm e degli investigatori, non ha voluto rivelare l’identita’ del “Mister X”.