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Rassegna stampa. San Cataldo, operazione “Kitt”: furti e spaccio di droga, rito immediato per 5 imputati

Redazione

Rassegna stampa. San Cataldo, operazione “Kitt”: furti e spaccio di droga, rito immediato per 5 imputati

Dom, 28/05/2017 - 09:15

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Inizierà a luglio davanti al Tribunale collegiale per Cristian Ivan Callari, 27 anni, sancataldese, Giuseppe Colasberna, 39 anni, di San Cataldo, Michele Callari, 35 anni di San Cataldo (fratello di Cristian Ivan Callari), Rosario Diliberto, 47 anni, sancataldese e Fabio Colore, 43 anni di Caltanissetta, che dovranno rispondere di rapina aggravata, furto ricettazione e spaccio di stupefacenti.

CALTANISSETTA – Elementi fin troppo evidenti, secondo la valutazione dei magistrati della Procura, e quindi non passeranno dal “filtro” dell’udienza preliminare i cinque imputati per l’inchiesta “Kitt”, accusati a vario titolo di essere responsabili di una serie di furti in diverse abitazioni e anche di avere spacciato stupefacenti. Processo con il rito immediato – che viene chiesto alla Procura quando i pm ritegnono di avere elementi molto significativi – che inizierà a luglio davanti al Tribunale collegiale per Cristian Ivan Callari, 27 anni, sancataldese, Giuseppe Colasberna, 39 anni, di San Cataldo, Michele Callari, 35 anni di San Cataldo (fratello di Cristian Ivan Callari), Rosario Diliberto, 47 anni, sancataldese e Fabio Colore, 43 anni di Caltanissetta, che dovranno rispondere di rapina aggravata, furto ricettazione e spaccio di stupefacenti. Tutto ruota intorno ai furti in abitazione e ville, a cominciare dall’episodio del settembre 2015, quando un sancataldese di origine francese venne aggredito in casa e gli furono rubati dei gioielli, in particolare la collana d’oro che aveva indosso; da qui partì l’accusa di ricettazione per il nisseno Fabio Colore che avrebbe acquistato il gioiello per poi rivenderlo. Una “striscia” di 23 furti solo a San Cataldo in poco meno di 5 mesi, da settembre 2015 a gennaio 2016; attività lucrativa che serviva non solo – stando alla ricostruzione accusatoria – a guadagnare denaro, ma ad accumulare fondi da reinvestire nella cocaina. Lo stupefacente di solito, veniva acquistato a Catania, una delle piazze di rifornimento più frequentate dai pusher nisseni. Un affare, quello della droga, del quale – secondo le indagini condotte dai pm Davide Spina e Stefano Luciani – si occupavano Cristian Callari e Giuseppe Colasberna. I due, secondo gli elementi raccolti dai militari della tenenza di San Cataldo, guidati dal luogotenente Salvatore Manuello, preferivano fare anche un numero considerevole di viaggi nel capoluogo etneo per comrare piccole quantità alla volta in modo da rischiare di meno nel caso fosseero stati sorpresi con lo stupefacente in auto. Dalle intercettazioni emergeva anche come i presunti responabili dei furti si vantassero delle loro gesta e addirittura c’era chi, come Giuseppe Colasberna, prevedeva per il figlio minorenne una “carriera” simile alla sua. A difendere gli imputati sono gli avvocati Maria Francesca Assennato, Gianluca Amico, Massimiliano Bellini, Gianluca Guida, Monia Giambarresi, Salvatore Baglio e Angelo Tambè. (di Vincenzo Pane, fonte La Sicilia del 27 maggio 2017)

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