IL CRIMINE, IL PENTIMENTO, LA MISERICORDIA ! L’annuale commemorazione della Pasqua ci riporta, nell’attesa delle risurrezione, a meditare , con sentimenti di fede e di sincera partecipazione , sulla passione di Gesù. La Quaresima che è già alla fine, è programmata dalla Chiesa per richiamare tutti i fedeli al mistero della sofferenza e della morte di Cristo. Lo fa, in particolare e più intensamente, con la celebrazione della Settimana Santa che inizia con la Domenica delle Palme . E’ il giorno che introduce alla considerazione della nostra redenzione, con due momenti “contrastanti” ma “ funzionali” ( si direbbe con una parola poco … biblica o spirituale ), cioè destinati a una piena conoscenza della vera identità di Gesù Cristo, quale re che viene a instaurare il nuovo regno ed affermare la sua “signoria”, cioè il suo dominio spirituale su tutta l’umanità cui offre la sua salvezza. Ed ecco il primo momento che ci fa rivivere la giocosità del solenne ingresso a Gerusalemme tra una folla che con grande entusiasmo lo accompagna con canti e acclamazioni di giubilo. Il trionfo del re che viene, non per dominare ma per servire e dare la vita per la redenzione dell’umanità. L’altro momento della liturgia, che contrasta col primo per il tono austero, è la narrazione della passione. Una ulteriore affermazione, già proclamata più volte da Gesù durante il suo ministero, che la salvezza verrà dalla sofferenza espiatrice. Il dramma della passione di Gesù, per quanto conosciuto, non perde mai della sua forza di suggestione, sia che ci venga narrato con le parole del Vangelo, sia che ci venga riproposto con le immagini dell’arte e ancor di più con le numerose fiction dei films. In uno scenario doloroso e impietoso- in cui si ha il trionfo momentaneo dell’ingiustizia, della crudeltà, del disprezzo di ogni diritto che è a custodia e difesa dell’uomo,- ci imbattiamo nella negazione di Pietro, la pavida condotta di Pilato, l’ignobile tradimento di Giuda, l’inumano trattamento dei soldati, la ingratitudine della folla, l’efferatezza della flagellazione e della crocifissione- scorgiamo , anche, quelli che possiamo chiamare “ punti luce”. Sono quelli che più potrebbero toccare le corde dei nostri cuori suscitando sentimenti di fede, di sincera partecipazione ai dolori che Cristo affronta in tutta la sua drammatica vicenda. E abbiamo la possibilità di trovare, nei gesti evangelici che mestamente richiamiamo alla memoria, un simbolo di quello che può costituire un esempio per noi. La Veronica che asciuga il volto: è il volto dei fratelli sofferenti : il pentimento del ladrone che riconosce di avere sbagliato tanto e ora si affida alla misericordia divina chiedendo perdono. E Gesù che si fa garante, assicurandogli la salvezza e perdonando lui e tutti i responsabili della sua morte: efficace richiamo al pentimento che è la via della salvezza anche per noi. Il centurione che riconosce in quell’uomo il Figlio di Dio: è la verità fondamentale del nostro “credo” cristiano. Le donne e l’Addolorata in pianto ai piedi della croce: il segno della verità del nostro amore a Cristo. E infine l’omaggio di Giuseppe di Arimatea che si prende cura del corpo di Cristo. Qui possiamo ricordare che, in quel giorno, Egli ci dirà : “ quello che avete fatto a me …nell’assistenza ai molti fratelli travolti dalla violenza, dalla sopraffazione, da ogni genere di maltrattamenti, frutto della riprovevole avidità di quanti hanno indurito il loro cuore al grido della umanità martoriata.
Nel Solco dello Spirito (di don Salvatore Callari)
Lun, 21/03/2016 - 00:01
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