CALTANISSETTA – Dovrà dormire in carcere l’imprenditore Pietro Di Vincenzo destinatario di un provvedimento di semilibertà emesso dal collegio del Tribunale di Sorveglianza, presieduto da Renata Giunta, giudice a latere Luca Rossomanda. L’accusa in aula è stata sostenuta dal Procuratore Generale, Fernando Asaro. All’imputato, condannato a 9 anni e sei mesi, è rimasto un saldo residuo di pena di 2 anni 11 mesi di reclusione che adesso sconterà in semilibertà: potrà lavorare durante il giorno, ma la sera dovrà presentarsi in carcere.

L’imputato dapprima era stato ammesso ai domiciliari, poi torno in libertà e gli fu revocato anche l’obbligo di presentazione in Questura alcuni giorni della settimana.

Di Vincenzo in un procedimento parallelo che ha riguardato i suoi beni, si è visto confiscare definitivamente il suo patrimonio per 280 milioni di euro, nell’ambito di una misura patrimoniale indipendente da quella penale che lo aveva visto assolto a Roma dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.