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Virgo Fidelis, festeggiata la patrona dell’Arma dei Carabinieri

Redazione

Virgo Fidelis, festeggiata la patrona dell’Arma dei Carabinieri

Gio, 21/11/2013 - 23:29

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imageCALTANISSETTA – E’ stata festeggiata stamani anche a Caltanissetta, presso la Palestra Bilotta, sede della locale Sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri, la Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei Carabinieri e la “Giornata dell’Orfano”.
Nell’occasione è stata celebrata una Santa Messa, officiata da Padre Pino Alessi, alla quale hanno preso parte, oltre al Colonnello Angelo De Quarto, le massime Autorità civili, militari e giudiziarie della città ed una folta rappresentanza di militari del Comando Provinciale e di appartenenti all’A.N.C..
Nell’Arma il culto alla “Virgo Fidelis” iniziò per iniziativa di S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d’Italia. La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste Patrona dell’Arma, si è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei secoli fedele”.
imageL’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII, accogliendo l’istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber
L’Arma dei Carabinieri ricorda altresì il 72° Anniversario dell’eroica difesa del caposaldo di Culqualber, da parte del 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè mobilitato, che il 21 novembre 1941 si sacrificò in una delle ultime cruente battaglie in terra d’Africa. Per quel fatto d’armi alla bandiera dell’Arma fu conferita la seconda medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione:
“Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza vi diventava artefice di epica resistenza. apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’africa, la vittoria delle nostre armi. delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa, impari lotta corpo a corpo, nella quale comandante e carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’arma”.

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