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Estorsioni nel foggiano, arrestato un carabiniere di Caltanissetta

Redazione

Estorsioni nel foggiano, arrestato un carabiniere di Caltanissetta

Mer, 19/09/2012 - 01:25

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CALTANISSETTA –  Ci sono anche quattro carabinieri tra le 16 persone arrestate dalla polizia all’alba nell’ambito dell’operazione “Reset”, coordinata dalla procura di Lucera (Fg). Dei quattro carabinieri, due sono siciliani: Giuseppe Sillitti, 46 anni, di Caltanissetta, e Giovanni Aidone, 48 anni di Vizzini, in provincia di Catania.

I sedici sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di concorso in omicidio premeditato, estorsione, incendio, danneggiamento aggravato, minacce e favoreggiamento reale. Le indagini erano state avviate dopo l’omicidio di Fabrizio Pignatelli, il 30 agosto dello scorso anno, ucciso a colpi di pistola mentre si trovava nei pressi del suo circolo privato, Atlantic City. Nel corso delle indagini e’ emersa l’esistenza di un gruppo criminale che avrebbe imposto l’acquisto dei propri prodotti ittici e ortofrutticoli ad un ristorante e ad un bar caffetteria. Imposizioni finalizzate ad impoverire i titolari dei localiper poi assumere la gestione o il controllo degli esercizi commerciali. Estorsioni che hanno costretto uno dei commercianti ad abbandonare Lucera e ad andare a lavorare nel nord Italia come cameriere in uno stabilimento balneare. Gli investigatori hanno anche sottolineato che i carabinieri, all’epoca dei fatti in servizio alla compagnia di Lucera, avrebbero rallentato e depistato le indagini, non consentendo la cattura di uno degli indagati, gia’ coinvolto in una precedente operazione della polizia.

All’epoca dei fatti contestati – tra aprile ed agosto 2011 – i quattro carabinieri erano in servizio alla compagnia di Lucera (Fg). Un carabiniere e’ accusato di estorsione, mentre per gli altri tre l’accusa gli contesta alcuni episodi di favoreggiamento. In particolare, i tre avrebbero fornito sistematicamente delle informazioni riservate e investigative ad alcuni indagati della famiglia Cenicola, coinvolti anche nell’operazione ‘Reset’. Secondo l’accusa i tre militari, un appuntato, un maresciallo, un appuntato avrebbero, dice ancora l’accusa, depistato le indagini, omettendo la denuncia di alcuni episodi di rilevanza investigativa e avrebbero anche intrattenuto con alcuni degli
indagati rapporti personali e di affari. Il militare accusato di estorsione avrebbe, invece, fatto da intermediario tra il titolare di un ristorante e un pregiudicato foggiano che aveva prestato dei soldi all’imprenditore, sollecitando la restituzione del denaro.

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