Salute

Italia, storia di amore paterno: detenuto dona rene a figlia 12enne

Redazione

Italia, storia di amore paterno: detenuto dona rene a figlia 12enne

Gio, 13/01/2022 - 16:51

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La speranza e l’amore vincono su tutto. E sono alla base della storia di una 12enne affetta da una insufficienza renale, che ha ricevuto il trapianto dal suo papa’, in stato di detenzione in carcere. L’insufficienza renale era stata diagnosticata all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII. Dopo un anno di dialisi il rene piccola smesso di rispondere e l’unico trattamento che avrebbe potuto salvarla era il trapianto. Suo padre non si e’ tirato indietro.

Dopo tutte le valutazioni frutto della collaborazione multidisciplinare di urologi, nefrologi, immunologi, patologi clinici, psicologi, esperti di imaging, infettivologi, anestesisti-rianimatori, e’ arrivata l’autorizzazione al prelievo a scopo di trapianto dalla ‘commissione’ e in questo caso anche dal magistrato di sorveglianza. Il trapianto e’ stato eseguito con successo dall’equipe di Michele Battaglia, la piccola paziente sta bene ed e’ sotto osservazione periodica del reparto di nefrologia pediatrica.

 “Ringrazio coloro che hanno donato una seconda vita a mia figlia, e mio marito, al quale non possiamo essere vicino”, ha detto la mamma della piccola. “Questo caso ci ha molto coinvolto e impegnato. Al atto di amore paterno e’ corrisposto il grande impegno del Centro regionale trapianti per rendere possibile un dono che ha superato tutti gli ostacoli e le barriere per salvare la piccola”, commenta il coordinatore del centro regionale trapianti, Loreto Gesualdo.

“La fase post operatoria ci ha tenuto particolarmente in apprensione – continua il prof. Gesualdo – Oggi registrare a distanza di settimane continuiamo a completare la ripresa funzionale delrene e siamo felici di aver convertito alla piccola la normalita’ che ogni bambino merita”. Dietro ogni trapianto d’organo ci sono “storie di grande umanita’ – ha concluso il direttore generale del Policlinico, Giovanni -. Il sorriso restituito a questa famiglia ci incoraggia ad andare avanti con il programma di trapianto rene da vivente”

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