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Rassegna Stampa. Caltanissetta, VII Commissione: “Dobbiamo salvare l’antenna RAI”

Redazione 2

Rassegna Stampa. Caltanissetta, VII Commissione: “Dobbiamo salvare l’antenna RAI”

Ven, 22/10/2021 - 09:13

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La sentenza del Tar che, accogliendo il ricorso di Rai Way, ha annullato – dichiarandolo illegittimo – il provvedimento della Regione Siciliana di attribuzione del vincolo di interesse culturale all’impianto denominato “Stazione radio o Antenna Rai”, riapre il dibattito sulla torre strallata alta 286 metri eretta sulla collina San’Anna nel 1950. Ieri la 7ª Commissione consiliare “Trasparenza” del Comune ha deciso all’unanimità di chiedere alla presidenza del Consiglio la convocazione di una seduta per parlare del futuro dell’antenna, invitando tutti i possibili “attori” interessati a salvaguardarla.

Di questo problema si parla ormai da due anni, da quando Rai Way fece pervenire al Comune di Caltanissetta la segnalazione certificata di inizio di attività. La procedura venne stoppata per l’esistenza del vincolo posto dal Dipartimento dei Beni culturali della Regione siciliana con decreto del 13 marzo 2017. L’intento della Commissione è quello di stimolare un dibattito concreto per evitare la demolizione dell’antenna, considerata bene culturale e identitario dell’intera città. È auspicabile che alla seduta siano presenti anche i rappresentanti del Dipartimento dei Beni culturali della Regione siciliana, unica controparte di Rai Way, per capire se l’Assessorato intende appellare al Cga la sentenza del Tar entro i termini di legge previsti, superati i quali Rai Way sarà legittimata a fare dell’antenna ciò che vuole, più verosimilmente la completa demolizione, sgravandosi del costo (oneroso) di manutenzione.

A tal proposito ieri il sindaco Roberto Gambino è stato chiaro: «Non accetteremmo da Rai Way nemmeno la donazione gratuita perché diventando proprietari ci graveremmo di un fardello annuale non indifferente. Altra cosa sarebbe un’azione congiunta con il Comitato al quale il Comune ha aderito. Ribadisco che prioritariamente dovrà essere privilegiata la sicurezza dei cittadini residenti nel raggio di caduta dell’antenna».

E allora? L’unica via di… salvezza per mantenere in piedi l’antenna (ormai in disuso) sarebbe quella di portare avanti la volontà recentemente manifestata dal Comitato Parco Antenna Sant’Anna composto da più partner, ovvero di chiedere a Rai Way la donazione dell’antenna e di tutti i locali che sorgono ai suoi piedi dove sono ancora conservate strumentazioni di grande interesse per farne un Museo delle Telecomunicazioni. Perché ciò accada, però, è necessario che il Comitato riesca a comporre una compagine capace di sostenere l’onere di manutenzione annuale e di mettere in atto la progettualità da mesi elaborata per fare diventare il sito un Polo scientifico tecnologico multimediale.

A dicembre 2020 il Comitato presentò la “business idea” elaborata dall’arch. Vincenzo Antonuccio, esperto in sviluppo creativo, rimarcando che il traliccio aveva «tutt’altro che esaurito le proprie potenzialità» e che fosse invece «foriero di notevolissimi vantaggi anche di tipo economico, tali da compensare completamente anche gli oneri per la manutenzione ordinaria e straordinaria». Il costo di questi interventi venne stimato in 1,5 milioni di euro (700 mila per le opere di sistemazione esterna e la dotazione di infrastrutture, 800 mila per gli interventi di rifunzionalizzazione e messa in sicurezza dei manufatti esistenti). Intanto non si è spenta l’eco sulla sentenza del Tar.

Il presidente di Wwf Sicilia centrale, Ennio Bonfanti, che si era costituito in giudizio assieme al Comitato Parco Antenna Sant’Anna e Legambiente, sottolinea: «Eravamo e restiamo fortemente contrari all’ipo – tesi di abbattimento di tale bene culturale ed identitario. Ci prenderemo il tempo necessario per approfondire la vicenda in tutti i suoi aspetti e capire quali azioni (di natura legale, amministrativa e politica) potranno essere messe in campo».

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