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Addio a Powell, primo segretario Stato Usa afroamericano

Redazione

Addio a Powell, primo segretario Stato Usa afroamericano

Lun, 18/10/2021 - 16:18

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Un’ascesa rapida dal sud del Bronx a Washington, passando dal Vietnam, per toccare il punto piu’ basso dove era cresciuto: nel Palazzo di Vetro lungo l’Hudson, nella parte est di New York. Colin Powell, morto a 84 anni per i postumi del Covid, verra’ ricordato come un uomo di Stato, un generale di carisma, il primo segretario di Stato afroamericano, ma anche per aver dato volto a uno dei discorsi piu’ controversi mai fatti alle Nazioni Unite : quello per giustificare una guerra in Iraq. 

Figlio di immigrati giamaicani, cresciuto tra Harlem e sud del Bronx, Powell si era sentito un soldato dentro, forse come per uscire dall’insicurezza quotidiana che la vita nei sobborghi piu’ poveri di New York aveva alimentato in lui. Dopo gli studi al City College, era realizzato nel corpo d’addestramento dei riservisti e poi ufficializzato, alla fine degli anni ’50, nell’esercito. 

Nel ’62 Powell era stato tra le migliaia di soldati afroamericani spediti in Vietnam, dove restera’ un anno per farvi ritorno cinque anni dopo, tra il ’68 e il ’69, nel periodo in cui la “guerra che nessuno voleva” si era trasformata in un tunnel mortale per migliaia di americani. Di ritorno alla vita civile, Powell aveva maturato la scelta di portare avanti il ​​suo rigore con altri mezzi: la politica. 

Studio’ alla George Washington University e nel ’72, a 35 anni, entro’ come stagista alla Casa Bianca, per diventare, in seguito, assistente di Frank Carlucci, l’allora vice direttore dell’Ufficio Budget dell’amministrazione federale.  Quello fu il momento in cui prese corpo la seconda parte della ricca biografia dell’ex soldato: passo’ a una serie di incarichi all’interno del Pentagono fino a occupare il ruolo di primo assistente del segretario alla Difesa Caspar Weinberger. 

Nell’87, a 50 anni, entro’ a far parte dello staff del Consiglio di sicurezza nazionale, di cui poi prese la guida sulla scelta del presidente Ronald Reagan