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Caltanissetta. Gran successo al Liceo Scientifico “Volta” per l’evento sulla Shoah “Vivere dopo…”.

Redazione 1

Caltanissetta. Gran successo al Liceo Scientifico “Volta” per l’evento sulla Shoah “Vivere dopo…”.

Ven, 05/03/2021 - 15:59

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Denominata “Vivere dopo…” la lezione di approfondimento storico, a cui da remoto hanno partecipato martedì 2 marzo più di cento studenti frequentanti le classi quarte e quinte dell’I.I.S. A.Volta di Caltanissetta, insieme ai rispettivi docenti di Italiano, Diritto, Storia e Filosofia, e IRC. L’incontro è stato organizzato in collaborazione con il CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) dal Dipartimento storico-filosofico-sociale e da quello umanistico del Volta, con il coordinamento generale della docente Gallo Afflitto. Relatrici le prof.sse Elisa Guida, Docente di Storia contemporanea, presso l’Università degli Studi della Tuscia, e Patrizia Baldi, Responsabile Didattica del CDEC .

Come preannuncia il titolo “Vivere dopo…”, il contributo della prof.ssa Guida ha sviluppato il tema  del ‘ritorno alla vita’ dei sopravvissuti ai campi di sterminio nazi-fascisti, ricostruendone storicamente il viaggio verso l’Italia; la docente ha offerto un  quadro completo del cosiddetto “ritorno”, arricchendolo con riferimenti letterari e culturali, e soffermandosi su aspetti umani e psicologici spesso tralasciati dalla storiografia ufficiale: a fronte infatti dei toni trionfali con cui spesso vengono trattati sia la liberazione dai campi di sterminio, sia il ritorno alla “normalità”, la docente ha evidenziato i traumi indelebili subiti dai sopravvissuti, le loro enormi difficoltà di reinserimento sociale ed il “ripristino” della loro dimensione umana, abbrutita e annientata dalla tragica permanenza nei lager. Molteplici le citazioni dai testi di Primo Levi (in particolare dal romanzo La tregua), dalle opere di Giorgio Bassani, dalla commedia Napoli milionaria di Eduardo De Filippo e da varie testimonianze raccolte dalla stessa prof.ssa Guida direttamente dai sopravvissuti.

Ne emerge un quadro desolante, in cui spiccano l’indifferenza degli stessi “liberatori”  verso i “liberati”, il viaggio di ritorno effettuato in solitudine, tra stenti e difficoltà, la mancanza di accoglienza o peggio l’ostilità della società civile verso i sopravvissuti, le loro disastrose condizioni psicofisiche, il faticoso recupero delle facoltà intellettuali e umane, compresa quella relazionale e inerente all’identità sessuale.

Centrale poi, nella relazione della prof.ssa Guida, il riferimento alla vicenda personale di Sami Modiano e del suo amico fraterno Piero Terracina, di cui la docente ha recentemente pubblicato una biografia dal titolo “Senza perdere la dignità “.

Per niente casuale il collegamento con la biografia di Sami Modiano, perché l’attività è stata proposta come continuazione del percorso formativo, che ha visto prima la partecipazione degli studenti del Volta alla XIX edizione del Concorso MIUR “I giovani ricordano la Shoah”, e poi la realizzazione del video “Perché io?”, premiato con la Menzione dalla Commissione Ministeriale e ispirato alla tragica vicenda biografica dell’anziano sopravvissuto.

Non a caso anche il secondo intervento quello della prof.ssa Baldi, ha trattato la storia della Comunità ebraica di Rodi a cui apparteneva Sami Modiano, ponendo in risalto la fase precedente alla deportazione degli Ebrei e le condizioni di vita degli esuli, dopo la fine della seconda guerra mondiale.

La prof.ssa Baldi ha arricchito la sua relazione utilizzando le risorse e le fonti della Digital Library della Fondazione CDEC, offrendo agli studenti un valido esempio di ricerca e di metodologia storiografica; particolarmente toccante per i partecipanti la galleria di foto di uomini, donne, bambini o intere famiglie ebree, tutti ritratti in speciali occasioni o nella loro quotidianità prima della deportazione, che, per quasi tutti, ha comportato la morte.

Come ha affermato il Dirigente Scolastico prof.re Vito Parisi, “Un’occasione formativa interdisciplinare di spessore, molto valida dal punto di vista didattico e culturale in genere, che, nonostante la modalità da remoto, ha coinvolto in modo tangibile gli studenti e ha fornito ai docenti stimoli importanti per il prosieguo del percorso”.