Salute

Italia, migranti: 23.916 matrimoni misti nel 2018, il 12,2% del totale

Redazione

Italia, migranti: 23.916 matrimoni misti nel 2018, il 12,2% del totale

Mer, 28/10/2020 - 09:45

Condividi su:

Nel corso del 2018 è cresciuto il numero complessivo dei matrimoni (+4.491) e si è registrata una ”ripresa” dei matrimoni misti (tra un partner italiano e uno straniero). Se l’incidenza di questi ultimi sul totale dei matrimoni celebrati negli ultimi anni si era attestata attorno al 9%, nel 2018 tale dato ha raggiunto il 12,2%. E’ quanto rileva il Dossier statistico immigrazione 2020 curato da Idos e Confronti, giunto alla sua trentesima edizione.

Raggiunto il livello più elevato nel 2008 (con 24.548 celebrazioni e un’incidenza del 10,0%), evidenzia il Dossier, i matrimoni di coppie miste sono diminuiti sensibilmente nel 2009 e 2010 (rispettivamente con 21.357 e 17.169 celebrazioni), soprattutto a seguito dell’approvazione della legge n. 94 del 2009, con la quale veniva imposto al cittadino straniero che avesse voluto contrarre matrimonio nel territorio italiano l’obbligo di documentare la regolarità del soggiorno. L’applicazione di tale norma, poi abrogata dalla sentenza n. 245 del 20 luglio 2011 della Corte costituzionale, ha determinato una sorta di effetto di contenimento dei matrimoni misti.

Peraltro, dal 2014 e nei quattro anni seguenti il numero dei matrimoni misti è stato sempre in crescita (con un incremento medio relativo al periodo del 4,6%). Nel 2018, dunque, anche le celebrazioni dei matrimoni misti (23.916) hanno registrato un incremento rispetto a un anno prima (+4,4%, pari a 1.002 unità). Come già rilevato, essi coprono il 12,2% di tutti i 195.778 matrimoni celebrati durante l’anno e, come in passato, vedono prevalere al proprio interno la tipologia sposo italiano con sposa straniera (17.789 casi, il 74,4% di tutti i matrimoni misti).

Sono soprattutto le donne dell’Est Europa a sposare gli uomini italiani: in particolare le romene (3.302 matrimoni, pari al 18,6% delle unioni italiano-straniera), le ucraine (2.266), le brasiliane (1.198) e le russe (1.091). Le italiane che nel 2018 hanno preferito un coniuge straniero sono invece 6.127, pari a al 6,2% del totale delle spose, preferendo per lo più marocchini (916 matrimoni, il 15,0% delle unioni italiana straniero), albanesi (615) e tunisini (318).

L’età della sposa straniera (generalmente più giovane del marito italiano), il suo livello d’istruzione (mediamente più elevato del coniuge), le sue condizioni lavorative in Italia prima del matrimonio (sovente sottoccupata rispetto al titolo di studio conseguito nel Paese d’origine), denoterebbero una iniziale situazione di fragilità nell’accesso alla cittadinanza, tale da accreditare la tesi di quanti sostengono che il modello dei matrimoni misti in Italia si caratterizzi non tanto per ”assimilazione” quanto per ”compensazione”.

Mentre la più elevata incidenza di matrimoni endogamici fra italiani si registra nelle regioni del Sud e nelle Isole (in Sicilia, Puglia e Basilicata gli sposi sono entrambi italiani nel 92,2% dei casi), tra le prime regioni a registrare l’incidenza più elevata di matrimoni misti sul totale dei matrimoni sono invece l’Emilia Romagna, con il 17,2%, e l’Umbria, col 17,1%