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Caltanissetta, 4 arresti per sfruttamento prostituzione. Sudamericana racconta: “Mi diceva di non fare rumore nell’alloggio”

Vincenzo Pane - La Sicilia

Caltanissetta, 4 arresti per sfruttamento prostituzione. Sudamericana racconta: “Mi diceva di non fare rumore nell’alloggio”

Ven, 12/06/2020 - 11:35

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“Penso che il signor Sandro fosse consapevole dell’attività di prostituzione che esercitavo nell’appartamento diviale Sicilia, perché,in entrambe le occasioni in cui ho occupato l’alloggio si è raccomandato che io fossi discreta, che non facessi troppo rumore per evitare discussioni con i vicini di casa”.

Parole che una delle prostitute sudamericane che esercitavano in città pronuncia nel corso di una deposizione durante la fase di indagini il 18 febbraio di quest’anno, il cui contenuto è finito nell’ordinanza della gip Graziella Luparello riguardante l’inchiesta sui presunti casi di sfruttamento della prostituzione – che vede coinvolte cinque persone – arrivata al punto di svolta con il blitz dei carabinieri del Reparto operativo dell’altro ieri.

Ai domiciliari sono finiti l’avvocato nisseno SandroValenza, 49 anni, il suo presunto collaboratore Antonino Comunale, 79 anni, nativo di Riesi e residente al villaggio Santa Barbara, il commesso della Procura nissena Vincenzo Riccobene, 54 anni, la moglie Adriana Maria Toro Gaviria, 37 anni, di origini colombiane, mentre è stato disposto il divieto di dimora a Caltanissetta per Francesco Vittorioso, 52 anni, nisseno, difesi dagli avvocati Salvatore Candura, Gandolfo Mancuso e Alessandro Scuderi.

I cinque indagati saranno interrogati mercoledì prossimo dalla gip Graziella Luparello. “In viale Sicilia – dichiara la donna a verbale – sono stata per due volte nel 2019. Ero all’interno di un appartamento vicino ad un bar. Era estate, ma non ricordo bene il periodo. Sono rimasta, ogni volta, una settimana. L’appartamento era composto da bagno, una cucina e una camera da letto e ricordo che era sottomesso alla strada”. Il racconto prosegue con altri dettagli e la donna afferma: “Per ogni settimana pagavo 240 euro per il relativo affitto. Non avevo alcun documento o contratto d’affitto e pagavo e consegnavo il denaro, sempre in contanti, a un uomo che si faceva chiamare Sandro”.

“Quando veniva a Caltanissetta come contattava questo Sandro?”. La testimone risponde così: “Il numero me lo ha dato una mia amica brasiliana, però adesso non sono in grado di fornirlo in quanto non più in mio possesso. Quando pagavo l’affitto Sandro non mi ha mai dato alcuna ricevuta o altro documento attestante il pagamento dell’affitto”.

Alla testimone viene poi chiesto di effettuare un riconoscimento fotografico e questa è la risposta: “Alla foto numero 2 riconosco il signor Sandro. Quando l’ho conosciuto io, l’anno scorso, aveva molti capelli in meno ed un po’ più invecchiato rispetto alla foto che mi fate vedere”. Poi fornisce altri dettagli sui periodi trascorsi a Caltanissetta, in particolare nell’appartamento di viale Sicilia dove, secondo gli inquirenti, veniva esercitata l’attività di prostituzione. Questo il racconto della donna: “Nell’appartamento di viale Sicilia ho alloggiato in due occasioni. La prima volta tra i mesi di aprile e maggio del 2019, non ricordo la data precisa, e la seconda volta a fine luglio del 2019. In entrambe le occasioni ho pagato per la mia settimana 240 euro”.

La deposizione continua così: “La prima volta che ho alloggiato in viale Sicilia sono arrivata all’appartamento in taxi e lì ho trovato ad attendermi Sandro, il quale mi ha consegnato le chiavi dell’appartamento, le lenzuola e gli asciugamani. Io, in quell’occasione, gli diedi la metà del prezzo pattuito per la settimana, che era di 120 euro, la restante parte gliela consegnai successivamente, prima di lasciare l’alloggio. Per un totale di 240 euro a settimana”.

Il ricordo si sposta poi al secondo periodo: “La seconda volta che ho occupato l’alloggio –racconta la sudamericana –è stato a fine luglio 2019. Giorni prima avevo preso contatto con Sandro per mezzo telefono, avevamo concordato che avrei occupato l’alloggio per due settimane per la cifra di 480 euro. Quando sono arrivata a Caltanissetta, non ricordo il giorno preciso, un anziano è venuto a prendermi alla stazione dei bus. Quest’ultimo mi ha riferito che era stato mandato da Sandro perché lo stesso non era disponibile in quanto si trovava in vacanza. Il signore anziano, del quale non so dare altre indicazioni, mi ha accompagnato nell’appartamento di viale Sicilia –lo stesso alloggio che avevo occupato in precedenza –e gli ho dato 120 euro e lui mi ha dato la chiave dell’appartamento”.

“Voglio precisare – aggiunge la donna durante l’interrogatorio – che io, finita la prima settimana, nonostante avessi concordato con Sandro di rimanere nell’alloggio per due settimane, decidevo di lasciare l’appartamento per il malfunzionamento del televisore. Sandro ci rimase molto male e disse “così mi freghi la seconda settimana”, ma a me non interessò e andai via lo stesso, però saldai la quota della settimana in cui avevo occupato l’alloggio. Consegnai quindi a Sandro la cifra di 120 euro, e lui non mi rilasciò alcuna ricevuta attestante il pagamento”.

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