CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. L’apertura della grande distribuzione, dei centri commerciali  in occasione delle festività come quella di giovedì 1 novembre, è  sintomo di responsabilità sociale, di poca deferenza nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie, delle tradizioni e delle nostre festività sia religiose che civili. Mettere il profitto davanti alla serenità dei propri collaboratori è davvero raccapricciante, la Politica e lo Stato devono essere in prima linea nella tutela dei lavoratori. Le  grosse attività commerciali  aperte ovviamente sono un’opportunià per i consumatori ma devono essere  un’opportunità anche per i tanti lavoratori. Quindi siamo favorevoli alla liberalizzazione degli orari di vendita se crea nuovi posti di lavoro, magari per i giovani, ma ci opponiamo fermamente se diventano strumento di ricatto  per i dipendenti, in particolare per le donne e i precari. No alle aperture festive, sì condizionato a quelle Domenicali. Perché se è vero che i negozi aperti la Domenica sono positivi per quei cittadini che durante la settimana stentano a trovare il tempo per la spesa o per un giro a guardar vetrine,
dietro alle liberalizzazioni previste dall’attuale decreto si cela un rischio enorme per i lavoratori: quello che il lavoro Domenicale e festivo venga utilizzato da certi titolari come strumento ritorsivo. C’è chi fa intendere a un precario che il contratto da cameriere verrà rinnovato solo se si accetta di lavorare al ristorante tutti i festivi, e c’è chi risponde positivamente alla richiesta di part time di una giovane dipendente neo mamma, salvo poi precisare che le sarà concesso solo se la donna accetta di lavorare tutte le domeniche. Nei giorni festivi: non abbiamo bisogno di “Svendere” anche questo nostro tempo libero al consumismo e riteniamo continui a essere più sana una passeggiata o una giornata a giocare con i propri figli che un giro al centro commerciale, che il più delle volte accresce la frustrazione di famiglie che tanto non possono permettersi di comprare alcunché, quindi la prospettata crescita dei consumi resta solo sulla carta.

       Le Iene di Magonza
V. Mattina    C. Terrana