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Il mussomelese agostiniano scalzo Padre Mario Genco ricorda la figura di un confratello nell’anniversario della nascita

Carmelo Barba

Il mussomelese agostiniano scalzo Padre Mario Genco ricorda la figura di un confratello nell’anniversario della nascita

Lun, 06/08/2018 - 08:10

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MUSSOMELI – Nella locale chiesa di Santa Maria è conservato il ritratto, ancora da restaurare, del Venerabile Fra Santo, agostiniano scalzo trapanese, di cui ricorre, oggi, il 363° anniversario della nascita (1655 . 5 agosto 2018). La sua devozione è diffusa a Trapani, Favignana, Marsala e in provincia.  Del Venerabile Fra Santo ci parla il mussomelese suo  confratello Padre Mario Genco:

“Il Venerabile Fra Santo da S. Domenico nacque a Trapani giovedì  5 agosto 1655 da Di Santo Giuseppe e Paola Berceri, sposati giovedì 1 giugno 1634 nella parrocchia S.Lorenzo  (Cattedrale). Papà Giuseppe era figlio di Domenico e Sigismonda, mentre mamma Paola era figlia di Vito e Antonina. Erano timorati di Dio e pieni di sentimenti di pietà cristiana. Ebbero tre figli.

Il primo Vincenzo Domenico, battezzato giovedì 25 agosto 1639 nella chiesa parrocchiale S. Lorenzo dal curato Don Pietro Castro. Padrino Blandano e Anna Maria. E’ stato benefattore dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi, il quale ha destinato parte del patrimonio alla costruzione della nuova chiesa dell’Itria di Trapani ed è stato  sepolto a parte nella cripta dell’Itria.

La seconda figlia è chiamata nelle fonti documentali con diversi nomi: 1. Giuseppina, 2. Giuseppa, 3. Anna, 4. Suor Giuseppa, e, da una recente ricerca, 5. Antonina Pia Maria, nata Venerdì 1 marzo 1641 e battezzata lo stesso giorno nella chiesa arcipretale di S. Pietro.

Il terzo figlio è stato Vito Antonio, il nostro Fra Santo, nato a Trapani il 5 agosto 1655, 363 anni fa, e fu battezzato nella chiesa parrocchiale di S. Nicolò l’indomani il 6 agosto 1655. Padrini sono stati Girolamo Planta e Antonia Lauria. E’ veramente corrispose il cognome alla sua santità della vita, che doveva condurre. Anche nel secolo visse da Santo, per la gran carità verso i poveri e per la sua rettitudine nell’ operare.

La sua fama di santità era nota non solo a Trapani, ma anche a Marsala (TP), Alcamo (TP), Santa Ninfa (TP), Palermo, Mazara del Vallo (TP), Partanna (TP), Piana degli Albanesi (PA), Monreale (PA), Favignana (TP),  Gibellina (TP), Salemi (TP), Vita (TP), Calatafimi (TP), Erice (TP) (Monte di S. Giuliano), Sciacca (AG), Paceco (TP), Palazzo Adriano (PA), tonnara di Bonagia  (Valderice TP), tonnara di Cofano (Custonaci TP), tonnara di Scopello (Castellammare del Golfo TP), S. Giovanni di Macari (S. Vito Lo Capo), dove si recava per la questua. Così Fra Santo è stato un vero ed efficace  promotore vocazione della vita religiosa e in particolare degli Agostiniani Scalzi.

Grazie ad un fatto particolare, avvenuto il 7 settembre 1731 nella nostra chiesa di Gesù e Maria in Roma, possiamo vedere oggi la prima immagine del nostro Venerabile.

La prima Immaginetta di Fra Santo (1731) arrivata a noi

Mentre i Ritratti erano permessi a pochi, le immaginette era più accessibili ai tanti fedeli di Fra Santo, che le diffondevano affinché, grazie alla sua intercessione, gli ammalati potessero ottenere da Dio la guarigione fisica o l’accettazione della sofferenza fisica o morale.  Su La Rosa di Valverde, bollettino del nostro Santuario della Madonna di Valverde (CT), il confratello P. Francesco Recupero in un suo articolo La meravigliosa avventura di un’immagine del Ven. Fra Santo da S. Domenico, ci parla di un fatto particolare, narrato da P. Vincenzo Maria di S. Francesco (+1773), uno dei tanti testimoni ai Processi di Beatificazione del Venerabile Fra Santo, accaduto ad una sua immaginetta. Ciò è accaduto nel lontano 1731 nel convento di Gesù e Maria in Roma al confratello siciliano P. Vincenzo Maria di S. Francesco di Novara di Sicilia (ME), che professò 11-10-1723  e morì nel convento di S. Giorgio di Novara di Sicilia nel 1773. Questi fu priore e cappellano curato (parroco) del Santuario di Valverde nel 1754. P. Vincenzo a Roma aveva l’ufficio di  socio (collaboratore) del Procuratore Generale degli Agostiniani Scalzi P. Bernardo di S. Guglielmo.  Era devotissimo di Fra Santo e teneva gelosamente sul tavolo della sua stanza una bella immaginetta di Fra Santo. Era venerdì  7 settembre 1731 ed, essendo ancora estate, teneva porta e finestra aperte. Verso il tramonto un’ improvvisa e forte ventata fece sbattere la porta e l’immaginetta, posta sul tavolo, volò dal finestra nel giardino interno del convento, dove c’era una grande vasca (peschiera) piena di pesci. L’immaginetta andò a finire proprio nella grande vasca. P. Vincenzo non potè scendere subito, probabilmente per impegni dovuti alla vita comune come la recita dei vespri solenni della Natività di Maria. Dovette rimandare il rinvenimento all’indomani mattina. Come l’avrebbe trovata? Ma si chiedeva anche, data la presenza di molti pesci, l’avrebbe trovata? Appena gli è stato possibile, corse in giardino a vedere che fine avesse fatto l’immaginetta di Fra Santo. Ma quale fu la sua grande meraviglia e stupore, condiviso da altri confratelli, l’immaginetta c’era ancora ed era bagnata solo ai bordi frastagliati dai pesci, mentre il resto della carta, dove erano stampati l’ovale con l’immagine del Venerabile, l’iscrizione sottostante e il fregio d’intorno, era appena inumidita, benché  per lungo tempo che era stata in acqua, doveva essere bagnata fradicia. Essa ci è stata tramandata ed ha il formato di cm 28×20. Sono ben visibili nella riproduzione i margini frastagliati, mentre l’ovale della figura di Fra Santo, assieme al fregio che l’inquadra, è completamente intatto. La sottostante iscrizione in latino dice: Devotissimo Servo di Dio Fr. Santo da S. Domenico, trapanese, dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi, chiamato al secolo Vito di Santo, insigne per l’esercizio di tutte le virtù, particolarmente della carità, dell’umiltà e dell’obbedienza. Morì il  16 Gennaio, di venerdì, circa le ore 15, dell’anno del Signore 1728, di anni 73 di età e 42 di religione. (La Rosa di Valverde, gennaio 1962, pp. 3-4).

Un ringraziamento ai Rettori diocesani della già nostra Chiesa dell’Itria (S. Rita) di Trapani,  succeduti ai Padri Agostiniani Scalzi, che dal 2004 continuano a diffondere la devozione verso il nostro Venerabile Fra Santo e verso S. Rita”.