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TAOBUK 2017: lo chef nisseno Andrea Romè chiude con una “cena stellare” la VII edizione del festival internazionale del libro di Taormina

Redazione

TAOBUK 2017: lo chef nisseno Andrea Romè chiude con una “cena stellare” la VII edizione del festival internazionale del libro di Taormina

Gio, 29/06/2017 - 14:47

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Giunge a termine la VII edizione di TAOBUK 2017, il Festival Internazionale del Libro di Taormina il cui tema quest’anno è stato “Padri e Figli”.
La riflessione sul cibo come fattore culturale è stata in questa edizione, tra i segmenti più interessanti del Festival, grazie a Fud Hub, rassegna enogastronomica curata per Taobuk da Fernanda Roggero, autorevole firma de Il Sole 24 Ore.
Un ciclo di conversazioni con nomi prestigiosi del panorama culinario italiano – Carlo Cracco, Heinz Beck, Niko Romito, Ciccio Sultano ­­ – per scoprire, o riscoprire, la ricchezza e il valore della tradizione, il dialogo tra ingredienti poveri e alta cucina, l’importanza della sostenibilità dell’intera filiera che sia anche economica, l’ingresso prepotente della tecnologia nella preparazione dei cibi, in un rapporto tra passato e presente, in cui tradizione e innovazione si fondono in un connubio perfetto.
E se in fatto di gusto comandano le stelle, gli appuntamenti culinari della Kermesse enogastronomica hanno preso il nome proprio dalle costellazioni più brillanti: Andromeda, Diadema, Cassiopea e Mira.
A rendere omaggio a Mira, la stella più luminosa del suo genere, nella serata conclusiva del festival, è stato lo chef Andrea Romè, del ristorante Novecento di Caltanissetta.

La cena di gala si è svolta in uno dei ristoranti più prestigiosi di Taormina “La Baronessa”, situato all’interno di un palazzo nobiliare del centro città con sale dall’atmosfera gattopardiana e una terrazza con vista sullo skyline di Taormina.

“Essere invitato a Taobuk per rappresentare la Sicilia, l’Italia e le tradizioni culinarie del nostro paese è stato per me un grande onore – dichiara lo chef Andrea Romè alla fine della serata di gala – vivere in una città dell’entroterra come Caltanissetta a volte può essere penalizzante ma per me non lo è stato. Ho sempre pensato che abitare in un’isola ma non riuscire a vedere il mare sia un’anomalia per un isolano. Nel mio caso la voglia di uscire dalle dorate colline nissene alla ricerca del mediterraneo e degli oceani, il desiderio di scoprire nuovi paesaggi e nuove culture sono stati punti di forza.

Amo viaggiare e la cucina, come la vita, è fatta di mare, di terra e di racconti. Alla fine sono tornato nella mia città, a Caltanissetta, e il mio progetto è quello di una cucina in cui la storia del nostro territorio si mescola con i sapori e i saperi di altre culture, vicine e lontane. Mi piace sostenere i piccoli produttori siciliani con il proposito di valorizzare e far conoscere i sapori autentici della nostra isola. Un buon piatto deve rivelare tutte le caratteristiche e la qualità delle materie prime, rispettandone la stagionalità e valorizzando ogni singola sfumatura. Chi ama la buona cucina ha un debito verso chi con passione non si lascia travolgere dalla “cultura di massa”. E’ per questo che ringrazio il signor Giuseppe, tra i pochi superstiti della stirpe dei “fogliamari” che ancora riesce a trovare verdure stagionali selvatiche o il signor Diego e la sua affascinante storia della colatura di alici di Cetara. Ma un altro grazie lo devo a una persona speciale: a mia nonna, che mi ha insegnato a cucinare uno dei miei piatti preferiti, utilizzando solo una melanzana, una patata, un pomodoro, un uovo, una manciata di caciocavallo e tanto amore…Per me la cucina è tutto questo!”

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