MUSSOMELI –  Ha presentato formale denuncia ai carabinieri della locale Stazione il 58enne architetto Pio Di Salvo, comproprietario con le sorelle del lotto di terra tra la via Milano e via Torino, destinato ad area verde dal Comune. In quell’area come scritto ieri, all’alba di domenica, s’è registrato un incendio che ha interessato una grande conifera. E tale incendio ha provocato le rimostranze dell’artigiano Giuseppe Genco che ha lamentato pericolo per la propria abitazione.
“Non volendo passare da vittima a carnefice –diceva l’altro ieri l’architetto-ho presentato la denuncia perché recatomi sul posto per quantificare la portata dell’incendio, ho notato che le fiamme hanno interessato soltanto il grosso pino. Da un po’ di tempo a questa parte in quella zona accadono cose poco piacevoli. Ho verificato facendo un sopralluogo anche coi vigili e sembra che qualcuno si sia proprio divertito dolosamente ad incendiare l’albero mentre tutt’attorno le sterpaglie non hanno preso fuoco. Ed anche l’orario dell’incendio mi induce a pensare che l’atto sia stato premeditato. Io non so chi sia stato anche se ho presentato formale denuncia. Ad ogni modo, per assicurare tranquillità al vicinato, ho deciso mio malgrado perché a quell’albero piantumato da mio padre sono molto legato, ho deciso di abbatterlo perché mi sembra che ci sia qualcuno che potrebbe mettere a rischio l’incolumità delle persone e provocare danni agli immobili nelle vicinanza. Ritengo quindi che la cosa più opportuna sia abbattere l’albero per togliere ogni fonte di pericolo che al momento non c’è, ma visto quello che è accaduto, faccio tesoro di un detto che mio padre ripeteva: “Calati juncu ca passa la china”. Ho già contattato una ditta specializzata in tal senso. Circa l’area e le erbacce, premesso che è stata destinata a zona verde dal Comune mentre a noi rimangono soltanto le spese di manutenzione, avevamo già contattato un operaio che essendo impegnato altrove, ha temporeggiato qualche giorno. Anche quindi l’area verrà ripulita non appena l’albero sarà abbattuto, ma i fatti vanno raccontati per quello che sono”. (di Roberto Mistretta)