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Violenza sessuale, abusi su migranti: 9 anni a prete di Trapani. La difesa: “Ricorreremo contro la sentenza”

Redazione

Violenza sessuale, abusi su migranti: 9 anni a prete di Trapani. La difesa: “Ricorreremo contro la sentenza”

Sab, 31/10/2015 - 11:15

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TRAPANI – E’ stato condannato a nove anni di reclusione don Sergio Librizzi, ex direttore della Caritas di Trapani imputato per i reati di concussione e violenza sessuale. Il prete, arrestato nel giugno 2014, secondo l’accusa avrebbe abusato del suo ruolo all’interno della Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di asilo politico. La sentenza e’ stata emessa dal gup di Trapani Antonio Cavasino. L’imputato non era presente in aula. In cambio di agevolazioni nell’ottenimento della documentazione, Librizzi avrebbe chiesto, e ottenuto, favori di tipo sessuale da alcuni migranti. L’accusa aveva proposto una condanna a 10 anni, mentre la difesa, rappresentata dal legale Donatella Buscaino, aveva chiesto l’assoluzione affermando “che in molti casi sono stati i migranti stessi a proporsi per ottenere vantaggi dalla posizione di Librizzi”.

La difesa del sacerdote ha fatto sapere che ricorrera’ contro la sentenza. L’inchiesta – condotta dal procuratore Marcello Viola e dai sostituti Paolo Di Sciuva, Andrea Tarondo, Sara Morri ed eseguita dagli agenti del Corpo forestale di Trapani – avvalendosi di intercettazioni e dichiarazioni delle vittime aveva riscotruito “l’universo Librizzi”, attivo nella gestione della cooperativa Badiagrande, ente diocesano affidatario di diversi centri di accoglienza per migranti come il Cie di Milo ed il Cara di Salinagrande. Subito dopo l’arresto il prete era stato considerato “incompatibile con la realta’ carceraria” e trasferito ai domiciliari in una villa della zia a Campofelice di Roccella. Il procedimento giudiziario, svolto con il rito abbreviato, ha snocciolato i dettagli riportati negli atti giudiziari e secondo una perizia eseguita da un consulente nominato dalla difesa Librizzi era affetto da un disturbo bipolare individuato nella “sindrome di Don Giovanni”, una malattia psichiatrica che comporta l’ossessione di sedurre. Un esito ribaltato da una seconda perizia, disposta dal gup del tribunale di Trapani Antonio Cavasino. Secondo i medici nominati dal giudice e’ “scientificamente insostenibile” che Librizzi abbia finto, “sapendo gestire i propri comportamenti”, salvo “perdere il controllo solo in occasione degli incontri sessuali con gli extracomunitari”.