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Sicilia, Cgil: svincolare investimenti da Patto di Stabilità per fare ripartire il Mezzogiorno

Redazione

Sicilia, Cgil: svincolare investimenti da Patto di Stabilità per fare ripartire il Mezzogiorno

Ven, 05/06/2015 - 10:28

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PALERMO – Per fare ripartire gli investimenti nel Mezzogiorno occorre svincolare la spesa dai vincoli del Patto di stabilita’. Ma non e’ l’unico intervento che puo’ servire a risollevare le sorti del Sud del Paese. “Strumenti come la decontribuzione introdotta dal Jobs act vanno indirizzati su precise tipologie di impresa e su determinate aree geografiche”: lo ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, aprendo la Conferenza della Cgil Sicilia “Il Sud per rilanciare il Paese”, per chiedere che il Mezzogiorno torni al centro dell’Agenda politica del Paese. Invertire una tendenza che ha registrato negli ultimi anni un crollo degli investimenti nel Mezzogiorno, calati dal 2007 al 2014 del 29,7% in Italia, del 36,7% nel Mezzogiorno e del 38,8% in Sicilia, per Pagliaro , “significherebbe anche cercare di rimediare a una situazione che ha visto negli ultimi anni il crollo del 40% in Sicilia della capacita’ produttiva e del manifatturiero collegato. Non basta aprire aree di crisi complesse -ha sottolineato il sindacalista- ma bisogna intervenire partendo dal ruolo delle societa’ pubbliche che hanno sede in Sicilia”. Dalla Cgil anche la sollecitazione a sbloccare le risorse disponibili. “Ci sono 506 cantieri fermi in Sicilia per una spesa di 5 miliardi -ha detto Pagliaro- e noi chiediamo che vengano messe in atto tutte le azioni possibili per sbloccarli e fare ripartire peraltro un settore come l’edilizia di cui e’ nota la funzione anticiclica”. La Cgil ritiene che occorra puntare anche “sulle manutenzioni, a partire dalle strade, e sulla messa in sicurezza del territorio, per evitare che si ripetano problemi come quelli del viadotto Himera”, il cui cedimento ha spaccato in due la Sicilia, spezzando l’autostrada Palermo-Catania. Ma anche su infrastrutture innovative come la banda larga e sulla valorizzazione di settori produttivi come l’agricoltura e il turismo. Tutto questo, secondo Pagliaro, passa anche per il buon utilizzo dei Fondi europei: 10 miliardi disponibili tra vecchia e nuova programmazione, “che vanno impiegati evitando una eccessiva parcellizzazione della spesa, ma agendo su precise strategie e secondo una visione di insieme”.

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