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Convegno a Caltanissetta: “la mafia è attiva nel settore agroalimentare”

Redazione

Convegno a Caltanissetta: “la mafia è attiva nel settore agroalimentare”

Sab, 29/11/2014 - 21:33

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imageCALTANISSETTA – “La mafia è tornata ad interessarsi al suo primo amore: la terra. Ma non più per effettuare un’azione di caporalato imponendo la manodopera ed il controllo sulle terre, ma gli interessi si sono spostati sulle imprese”. Lo ha detto il magistrato Alfonso Sabella nel corso del convegno, organizzato da Coldiretti e dalla Camera di commercio di Caltanissetta su agromafia e contraffazioni alimentari che si è svolto a Caltanissetta. “Sono parecchi i casi di aziende estere, che lavorano con i marchi italiani, controllate da soggetti vicini alla mafia.- ha aggiunto – A livello investigativo è molto difficile smantellare le connessioni tra mafia ed impresa agricola perché siamo in una fase in cui gli imprenditori, per lo sviluppo delle loro attività, hanno bisogno dei capitali della mafia e quindi è difficile che le illegalità vengano denunciate. Solo successivamente arriverà la fase in cui l’imprenditore sarà schiacciato dal socio occulto e deciderà di ribellarsi”. “Ogni anno l’Italia esporta all’estero prodotti agroalimentari per 33 miliardi di euro, ma il fenomeno “Italian sounding” – ovvero il commercio di prodotti alimentari taroccati e commercializzati come se fossero originali – fattura il doppio, 66 miliardi di euro l’anno”, ha spiegato Ignazio Gibiino, delegato regionale dei giovani di Coldiretti. “Si tratta di un fenomeno preoccupante che si affianca agli interessi della criminalità organizzata nel settore agricolo – che in Italia producono un fatturato illegale di 14 miliardi di euro l’anno di cui 5 solo in Sicilia – con le organizzazioni mafiose che si sono infiltrate nel settore delle imprese agricole”.

Giuseppe Campione ed Alessandro Chiarello, presidente e direttore regionale di Coldiretti, hanno sottolineato che per “contrastare il fenomeno delle contraffazioni alimentari sono necessari interventi legislativi dell’Unione europea che garantiscano agli enti locali lo snellimento delle procedure burocratiche ed alle imprese la possibilità di investire.

“Occorre – hanno spiegato i due dirigenti – eseguire controlli mirati e garantire la tracciabilità dei prodotti”.(ANSA).

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