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Appalti pubblici,Operazione “Colpo di Grazia”: a Caltanissetta pizzo al 2% e forniture imposte

Michele Spena

Appalti pubblici,Operazione “Colpo di Grazia”: a Caltanissetta pizzo al 2% e forniture imposte

Mar, 11/03/2014 - 09:55

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imageCALTANISSETTA – Un nuovo caso di condizionamento mafioso degli appalti aggiudicati nella provincia di Caltanuissetta e’ stato scoperto dalla Squadra Mobile, che nell’ambito dell’operazione coordinata dalla Dda e denominata “Colpo di Grazia” ha eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere. Gli indagati, considerati affiliati ai clan di Caltanissetta, Gela e Vallelunga, sono accusati di estorsione aggravata. Gli appalti passati al setaccio, riguardano un periodo compreso fra il 1999 e il 2004, la maggior parte dei quali banditi dall’Asi di Caltanissetta.

imageLe sette misure di custodia cautelare emesse dal Gip di Caltanissetta riguardano: Antonino Bracco 66 anni di Caltanissetta; Armando Giuseppe D’Arma, 60 anni di Gela; Salvatore Dario Di Francesco 55 anni nato a San Cataldo e residente a Serradifalco; Antonio Giovanni Maranto 50 anni, di Polizzi Generosa; Angelo Palermo 57 anni di Caltanisetta; Giovanni Privitera 58 anni di Santa Caterina Villarmosa; Giuseppe Rabbita, 44 anni di Caltanissetta. Gli indagati rispondono, a vario titolo, di estorsione aggravata. Fra il 1999 e il 2004, avrebbero pilotato alcuni appalti aggiudicati da vari enti nel nisseno, e specialmente dal consorzio Area di sviluppo industriale.
Mafia: appalti condizionati a Caltanissetta, sette arresti (3)
(AGI) – Caltanissetta, 11 mar. – L’organizzazion non solo imponeva il pizzo sugli appalti pubblici e privati, ma pilotava le stesse gare per favorire ditte vicine a “Cosa nostra” o persone compiacenti. Grazie anche a dichiarazioni di alcuni pentiti sono state ricostruite le modalita’ attraverso cui venivano aggiudicati gli appalti banditi dall’Asi di Caltanissetta. Un ruolo, secondo l’accusa, era svolto da un impiegato del consorzio, Dario Di Francesco, colpito dal provvedimento restrittivo odierno e gia’ arrestato nel 2003 nell’ambito dell’operazione “Bobcat – Itaca” e legato a Vincenzo Arnone, boss di Serradifalco, da un rapporto di comparaggio.

Da sin

Gli inquirenti ritengono, che i sette indagati, abbiano gestito con metodi mafiosi, assieme ad altri affiliati che nel frattempo divenuti collaboratori di giustizia, diversi appalti della provincia di Caltanissetta. Oltre al pagamento di una somma pari al 2% del valore di ogni appalto,il clan imponeva in regime di monopolio anche la fornitura di mezzi e materiali. Tra le commesse oggetto degli appetiti mafiosi, il depuratore dell’Asi, il completamento della viabilita’ delle zone Ovest e Nord di contrada Calderaro, la costruzione del museo archeologico di Santo Spirito e della chiesa di San Luca, la manutenzione straordinaria di alcune strade provinciali, il rifacimento della via Paladini e dell’impianto fognario di Santa Barbara.

Michele Spena

httpv://youtu.be/fj_zuRu_2rc

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