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Immigrati, rete di trafficanti internazionali scoperta in Sicilia: 10 arresti

Redazione

Immigrati, rete di trafficanti internazionali scoperta in Sicilia: 10 arresti

Mar, 18/03/2014 - 17:33

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ASIRACUSA – Una rete di egiziani che forniva, dietro compenso, assistenza logistica, principalmente a connazionali e a siriani sbarcati in provincia di Siracusa e provenienti dalle coste del Nord Africa e’ stata scoperta dalla polizia che arrestato 10 persone a conclusione di un’indagine diretta dalla Dda di Catania. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Catania sono state eseguite dalle Squadre mobili di Siracusa, Catania e del Servizio centrale operativo a Siracusa, Catania, Milano, Como, Anzio (Roma) e Andria (Bari). Associazione per delinquere finalizzata a favorire l’ingresso e la permanenza irregolare sul territorio italiano ed europeo di stranieri e’ il reato contestato. Gli indagati accoglievano i migranti irregolari fuggiti da strutture di accoglienza o al momento dello sbarco, in abitazioni o altri locali fatiscenti e quindi li facevano ripartire verso le loro destinazioni finali, solitamente in Paesi del Nord Europa. Inoltre, gli arrestati proteggevano gli scafisti e agevolavano la loro fuga e il rientro in Egitto. Nel corso delle indagini, peraltro, erano stati gia’ sottoposti a fermo altri 47 egiziani, e, con la collaborazione della Marina Militare, erano state sequestrate tre “navi madri”, utilizzate per trasportare i migranti a circa 150 miglia dalle coste italiane, dove venivano trasbordati su imbarcazioni piu’ piccole.
Gli arrestati sono Hassan Eid Fathalla Arafa, 28 anni, Hassan Ibrahim El Bahlawan, 25 anni, Elsayed Ahmed Ali Mortaday, 37 anni, Hamada Ghaly, 35 anni, Karim Sabar, 24 anni, Ghedu Abdou, 32 anni, Amir Qat, 45 anni, Mohamed Shaban Darwish Elsayed, 23 anni. Sono accusati di aver avuto un ruolo in 8 sbarchi avvenuti tra l’estate e l’autunno scorsi, con l’arrivo complessivamente di 1.186 persone. Nell’immediatezza dei fatti erano stati arrestati sei scafisti. L’operazione di oggi e’ la nuova fase di un’ampia indagine avviata in giugno, con il fermo Amir Qat e Ghedu Abdou, ritenuti referenti della organizzazione criminale. Successive indagini avevano portato l’11 settembre al sequestro di un motopeschereccio di circa 30 metri, usato per trasbordare centinaia di immigrati su uno scafo piu’ piccolo, poi approdato a Siracusa. Erano stati arrestati i 15 componenti dell’equipaggio della “nave madre”, e i 5 dell’imbarcazione minore. Il 10 novembre seguente era stata poi catturata un’altra “nave madre” localizzata in acque internazionali nell’ambito dell’operazione “Mare Nostrum” mentre trainava un’altra barca verso le coste siciliane.

Durante la conferenza stampa il procuratore della Repubblica Giovanni Salvi ha spiegato che per la “Cassazione gli arresti eseguiti in acque internazionali per combattere il fenomeno della tratta umana legata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sono legittimi”. Salvi ha chiarito che la valutazione della suprema Corte e’ emersa nell’annullamento con rinvio di due provvedimenti del Tribunale del riesame di Catania su fermi eseguiti fuori dalle acque nazionali. Al riguardo, Salvi ha reso noto il contenuto di un’intercettazione agli atti dell’inchiesta, in cui il proprietario di un peschereccio, poi sequestrato, un egiziano ancora non identificato, protestava per il provvedimento eseguito su disposizione della Dda di Catania: “Non possono farlo -diceva l’uomo ascoltato dalla polizia- possono salire, fare quello che vogliono, ma poi devono lasciarli andare”. Dalla ricostruzione della polizia la ‘nave madre’ partiva da un porto dell’Egitto, verosimilmente quello di Alessandra, per trasportare centinaia migranti poi trasbordati su barchini, lasciati alla deriva e infine soccorsi dalle unita’ navali della Marina Militare e della Guardia costiera.

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