Questa crisi di sistema ha messo a nudo la fragilità di un’Europa dai piedi d’argilla, basata esclusivamente sui rapporti economici, lontana da quella, immaginata, dei popoli con gli Stati Uniti d’Europa alla quale, però, dobbiamo continuare a credere.
Ancor più drammatiche sono le condizioni nei nostri territori, mal rappresentati da una classe politica che slealmente ha manipolato la buona fede di molti, utilizzando l’ingordigia dei soliti acari, per salvaguardare posizioni di potere individuali.
Il rispetto dell’Uomo e dell’ambiente è stato sacrificato all’interesse speculativo degli apparati politico-finanziari che hanno consumato avidamente le risorse, favorendo l’arricchimento di pochi a scapito della collettività.
Il denaro diventa governo, legge e potere. Soccombiamo così alle conseguenze della tirannia del denaro, a cui, oggi, siamo chiamati a reagire. Come? Dobbiamo contrastare la crisi affrontando le cause che l’hanno scatenata. Nei decenni, infatti, sono svanite le antiche forme di solidarietà, ed abbiamo assistito ad una graduale disintegrazione del tessuto sociale nonostante nel nostro DNA sia presente la cultura e la storia millenaria dei rapporti e delle relazioni solidali.
Tutto sembra essere sottomesso alla volontà di pochi, che relegano i capisaldi dell’Umanità a ruoli marginali, generando miseria, distruzione e disoccupazione.
Dobbiamo dunque ripartire dalle piccole comunità, dalle nostre città, riallacciando quel tessuto sociale disgregato per ricomporre la moltitudine silenziosa di persone di buona volontà attorno a valori etici condivisi. Dobbiamo, insieme, testimoniare una nuova coscienza, che consenta ad ogni persona di riconoscersi nell’altro, superando la diffidenza e l’individualismo. Deve prevalere una nuova concezione politica partecipativa nella quale tutti possano sentirsi integrati. Libertà dal bisogno, lealtà reciproca nei rapporti individuali e collettivi, uguaglianza, sussidiarietà, laicità, sono elementi necessari per la rigenerazione di una società giusta e solidale. Questo si può e si deve fare. E’ l’unica strada che possiamo immaginare per superare questa profonda crisi di sistema.
Oggi dobbiamo sentire l’obbligo morale di guardare al futuro comprendendo che la speranza si alimenta della forza che deriva dalle relazioni umane. La nuova epoca, infatti, potrà sostenersi su una società più sobria e solidale in cui prevarrà l’equa distribuzione della “felicità” con la giusta ripartizione delle ricchezze materiali.
E’ questo il mondo e la testimonianza che dobbiamo lasciare alle giovani generazioni.
Giovanni Ruvolo – Intesa Civica Solidale
Presidente Movimenti Civici di Sicilia