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Rassegna Stampa. Caltanissetta: restaurato il fercolo del Cristo Nero commissionato da fra’ Lipani

Valerio Cimino - La Sicilia

Rassegna Stampa. Caltanissetta: restaurato il fercolo del Cristo Nero commissionato da fra’ Lipani

Mer, 16/06/2021 - 10:08

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Il Rotary Club, presieduto da Marcella Milia, ha presentato ieri il restauro del fercolo del “Signore della Città”da poco terminato.

La manifestazione si è svolta presso il Santuario del Signore della Città alla presenza del vescovo mons. Mario Russotto. Sono intervenuti il rettore del Santuario don Vincenzo Giovino e il restauratore Vincenzo Musumeci, la soprintendente Daniela Vullo ha inviato un messaggio ringraziando il Rotary Club.

L’evento sarà disponibile, nei prossimi giorni, sulla pagina Facebook del club. Il Rotary, inoltre, ha donato al vescovo un olio di Anna Giannone dal titolo “Il miracolo del Venerdì Santo”che raffigura mons. Russotto assorto in preghiera di fronte al Cristo Nero, dietro due mani in preghiera stringono un rosario, al centro una maschera da sub modificata per l’uso nelle terapie intensive.

«Il Rotary Club Caltanissetta – afferma la presidente Marcella Milia – ha curato nel corso degli anni il restauro di numerose opere d’arte della città. Quest’anno abbiamo scelto di restaurare il fercolo del Cristo Nero, sentito riferimento di fede per la città. Un dono che il Rotary fa ai nisseni e, in particolare, ai fogliamari che il Venerdì Santo portano in processione, a piedi scalzi, il Signore della Città con la sua vara. Le misure di prevenzione della pandemia hanno costretto, quest’anno, all’annullamento della processione».

Il Cristo Nero, così come il Santuario che lo custodisce, pare risalga ad un periodo che va dal 1300 al 1400. Il fercolo, cioè la vara, è successivo di 400 anni. Fu commissionato da padre Angelico Lipani, cappuccino e fondatore dell’Istituto e della Congregazione delle suore del Signore della Città, all’artista Gaetano Chiaramonte di Enna nel 1876. La sua realizzazione è costata allora £ 1.236, una somma pari a circa 5.000 euro di oggi. La vara è costituita da una grande corona dorata sostenuta da quattro colonne ritorte e decorate con foglie d’acanto.

È stata restaurata, una prima volta, nel 1968 da Domenico Grasso di Catania ed altri che sostituirono le parti in legno logorate, ricostruirono quelle mancanti e rifecero la doratura. Oggi, a distanza di poco più di 50 anni, il secondo restauro.

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