Salute

Omicidio Aldo Naro. “Non morì per un solo colpo”, consulenti della famiglia contestano periti Procura

Redazione

Omicidio Aldo Naro. “Non morì per un solo colpo”, consulenti della famiglia contestano periti Procura

Sab, 28/09/2019 - 10:32

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“Il giovane aveva lesioni emorragiche diffuse e gravi coinvolgenti tutto l’encefalo” Aldo Naro non sarebbe morto a causa di un singolo colpo alla nuca ma “a causa di più traumi, violenti e reiterati”. A sostenerlo sono i medici legali Giuseppe Ragazzi e Salvatore Cicero in una consulenza che è stata depositata dai legali della famiglia Naro l’altro ieri, nel corso dell’udienza davanti al gup di Palermo in cui si è discussa la richiesta di archiviazione sulle accuse di omicidio volontario per Gabriele Citarrella, Pietro Covello e Francesco Troìa, tre buttafuori della discoteca “Goa” dove il giovane medico sancataldese venne ucciso nel corso di una rissa. Finora la tesi sulla dinamica dell’accaduto si basava sulla consulenza della Procura palermitana, secondo cui il giovane medico di San Cataldo, ucciso nella notte del 14 febbraio 2015, sarebbe deceduto a seguito del solo calcio sferrato dal minorenne Andrea Balsano, già condannato in via definitiva.

Nei mesi scorsi i legali della famiglia Naro, gli avvocati Salvatore Falzone e Antonino Falzone, avevano affidato l’incarico di studiare l’esame autoptico appunto al medico legale Giuseppe Ragazzi, e al collega Salvatore Cicero, direttore del reparto di neurochirurgia dell’Ospedale Cannizzaro di Catania. Nella loro relazione i due esperti sostengono: “Le lesioni encefaliche non possono essere giustificate da un singolo colpo vibrato alla regione temporale sinistra ma sono frutto di più traumi verificatisi secondo linee di forza che hanno agito sia in direzione antero posteriore, sia postero anteriore, sia latero laterale”. “La gravità delle lesioni – aggiungono Ragazzi e Cicero – non può essere spiegata con un singolo colpo, il quale peraltro se avesse avuto una elevata forza lesiva, avrebbe dovuto causare con elevata probabilità anche una frattura ossea sul punto di impatto”. I consulenti scrivono ancora che “la diffusione dell’emorragia subaracnoidea è ampiamente compatibile con la classica lesione da contraccolpo e non appare riconducibile ad un singolo colpo inferto in senso latero laterale, ma piuttosto a una serie di traumi avvenuti con direzione multipla. È molto verosimile che le lesioni istologiche rilevate al livello del tronco siano il frutto di più traumi diretti, avvenuti in stato di incoscienza, cioè in assenza di tono muscolare conseguente ad un primo trauma”. Per spiegare meglio il concetto, i consulenti ricorrono “all’esempio del ko a seguito di un singolo pugno durante un combattimento pugilistico”. E chiudono con queste parole: “Non capiamo come abbiano potuto i consulenti della Procura della Repubblica ritenere frutto di un solo trauma contusivo lesioni emorragiche tanto diffuse e gravi coinvolgenti tutto l’encefalo. Una tale lesività, viceversa, non può che essere spiegata sulla scorta di traumi portati con violenta reiterazione al livello del capo”. Il gip deciderà nei prossimi giorni se archiviare o meno le accuse per i tre indagati. (di Vincenzo Pane, fonte La Sicilia)

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