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Mussomeli, la passione per la “Passione di Cristo”: storia di Giovanni Castello

Carmelo Barba

Mussomeli, la passione per la “Passione di Cristo”: storia di Giovanni Castello

Mar, 11/04/2017 - 06:45

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MUSSOMELI – “Il sogno di zi Giuanni Castello era quello di tramandare ‘u lamiantu alle future generazioni e voleva che il “canto” fosse anche in tutte le cinque confraternite; era l’unico della vecchia guardia che teneva a queste tradizioni”. E’ questo il pensiero espresso alcuni giorni fa da Peppe Arganello, confrate dell’Arciconfraternita del SS. Sacramento e cantore storico delle lamentazioni matricesi , che ha accolto, nella sua abitazione di Via, dove c’erano già i “colleghi” cantori Nino Cicero e Giannicola Ognibene, il giornalista del FATTO DEL VALLONE per una testimonianza da pubblicare in sua memoria, proprio in occasione della settimana santa, allorquando zi Giuanni Castello, assieme ad altri, facevano sprigionare dalle loro corde vocali, quelle lamentazioni latine che altro non erano che suggestive melodie del canto mussomelese, che sarebbe diventato, molto tempo dopo, un riconosciuto bene immateriale di cui oggi tanto si parla. Il suo allievo Giannicola Ognibene, così definisce l’anziano cantore mussomelese: Zi Giuanni era un “maestro di vita”; è stata la persona che ha portato avanti il canto e che l’ ha salvato, cercando di creare allievi e nuove forze per portarlo avanti e non farlo perdere. Era una persona che non era gelosa di quello che sapeva fare”. Sulla stessa lunghezza d’onda, nella conversazione amicale in casa Arganello, si è trovato anche Nino Cicero, confermando, appieno, l’argomentare sia di Arganello che di Ognibene. Da sottolineare che all’ incontro hanno partecipato, assai compiaciuti e felici, i tre figli di Peppe Arganello, Aldo, Franco e Mario che, alla fine dell’intervista e del simpatico incontro, non hanno disdegnato di “prendere una parte” (cantare), assieme agli altri ospiti, Cicero ed Ognibene, per omaggiare, in sua memoria, la figura di zi Giuanni, concludendo il canto col tradizionale bicchiere di vino.
Ma chi era zi Giuanni ? Presto detto: A sentire parlare chi l’ha conosciuto era “un uomo esemplare e uno straordinario padre di famiglia con un carattere forte, dotato di tanta pazienza e spirito di abnegazione”. Zi Giuanni Castello fu prigioniero di guerra per ben 6 anni, trascorsi tra i campi di reclusione d’Africa ed Inghilterra. Richiamato alle armi nel 1940, fece ritorno in quel di Mussomeli nel 1946. Così lo ricorda un altro confrate: “Zi Giuanni soleva rimembrare spesso quel lungo periodo di lontananza forzata, durante il quale trovava l’energia per andare avanti, nel pensiero di quella famiglia che attendeva con ansia il suo ritorno. Ma la vera forza interiore, gli era dettata da un rapporto diretto e particolare con Dio, che lui raffigurava in quel Cristo alla Colonna del Giovedì Santo che ha tanto amato e che non lo ha mai lasciato solo”. Giovanni Castello,l’orgoglo di tutta la famiglia.

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