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Caltanissetta, interrogazione parlamentare di Alessandro Pagano (Ncd) sugli eventuali danni ambientali prodotti dai lavori di ammodernamento della SS 640

Redazione

Caltanissetta, interrogazione parlamentare di Alessandro Pagano (Ncd) sugli eventuali danni ambientali prodotti dai lavori di ammodernamento della SS 640

Lun, 14/03/2016 - 18:09

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pagano_640x410-550x352CALTANISSETTA – Il deputato nisseno di Ncd, Alessandro Pagano ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro per le infrastrutture Graziano Delrio ed ai ministri del lavoro e delle politiche sociali, al ministro per l’ambiente e a quello per i Beni culturali. L’oggetto del documento formalizzato dal parlamentare, concerne “i  danni ambientali prodotti ai lavori di ammodernamento della SS 640 con particolare riferimento alla interrogazione parlamentare n° 4-12262 del 25 Febbraio 2016”; le terre  e rocce da scavo, provenienti dai cantieri del raddoppio della Ss640, che sarebbero finite in un’area sub-pianeggiante a destinazione agricola posta a qualche centinaio di metri dalla stazione Xirbi e dal Borgo Petilia e non nelle cave di Sabbucina e Cuticchiaro come previsto dal progetto. Pagano ha illustrato questa sua iniziativa parlamentare, stamani, lunedì 14 marzo, nel corso di una conferenza stampa presso la sala Cineforum dell’Istituto Testasecca. Di seguito riportiamo integralmente l’interrogazione a risposta scritta, così come riportata dagli atti parlamentari della seduta del 25 febbraio 2016.

Pagano. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
nel territorio nisseno il contraente generale « Empedocle 2 » sta realizzando, per il secondo lotto, il corridoio plurimodale tirrenico Nord Europa, itinerario Agrigento – Caltanissetta – A19, strada statale 640 di Porto Empedocle, ammodernamento e adeguamento alla categoria B del decreto ministeriale 5 novembre 2001; l’opera è costituita dal primo tratto dall’ammodernamento della strada statale 640 per un totale di 31 chilometri per il primo lotto e ricade nel territorio della provincia di Agrigento. Il secondo maxi lotto è compreso tra il chilometro 44 e lo svincolo di (mera per un totale di 28,2 chilometri, ricadendo nel territorio provinciale di Caltanissetta e, solo per l’ultimo tratto, in quello di Enna; l’esecuzione delle opere, sia a cielo aperto sia in galleria, ha prodotto e sta producendo svariati milioni di metri cubi di terre e rocce da scavo, per la cui gestione il decreto ministeriale n. 161 del 2012 prevede specifiche azioni; la società Empedocle nel progetto esecutivo aveva inserito, all’interno del piano di utilizzo delle terre, tutte le cave presenti in prossimità dell’ammodernamento stradale in cui conferire le terre e le rocce da scavo per i recuperi ambientali; per la realizzazione del primo lotto la società Empedocle 1 ha proposto direttamente i progetti, di recupero ambientale delle varie cave ai soggetti istituzionali competenti. Molti di questi progetti di recupero, come quelli relativi alle cave dei territori di Racalmuto (Cava Rocca Rossa) e Grotte (Cava Scintilia-Racalmare), furono inseriti nel progetto esecutivo dell’adeguamento della strada statale 640. In particolare, per la cava Rocca Rossa la Società Empedocle 1, con missiva del 15 gennaio 2010, prot. 00118/10/PR/ga, inviata alla società F.lli Mantia, esercente della cava « Rocca Rossa », comunicava che: « detto progetto è stato inserito nel progetto esecutivo dell’opera in oggetto e sottoposto alla positiva verifica di ottemperanza effettuata dalla Commissione speciale VIA/VAS in data 25 maggio 2009, comunicata alla regione siciliana – servizio VIA/VAS – Assessorato Territorio e Ambiente. Tuttavia, nessuno di questi progetti risulta all’interrogante essere stato portato a termine, né sono stati realizzati i terrazzamenti previsti per la piantumazione delle essenze arboree; il paesaggio rimanente è un accumulo di terre prive di una qualsiasi sistemazione, con mancanza di manto vegetale e di opere di canalizzazione delle acque piovane. Il tutto indurrebbe a ritenere che dette aree siano state utilizzate non per il recupero bensì come « discariche di terre », per cui avrebbero dovuto essere sottoposte alla normativa del decreto legislativo n. 152 del 2006 sui rifiuti; nel secondo lotto la società Empedocle 2 ha condotto la stessa indagine del primo lotto, ma la differenza sostanziale sta nel fatto che il contraente generale, pur avendo inserito nel progetto esecutivo le aree di cava degradate, a quanto risulta all’interrogante avrebbe sempre cercato di trovare altre aree, anche non degradate, che si trovassero quanto più vicino all’asse della costruenda arteria stradale. Di conseguenza, sarebbero state conferite le terre da scavo, durante la prima fase dei lavori, all’interno di cave esistenti, per poi abbandonarle al proprio destino senza di fatto mai portare a termine il recupero ambientale approvato dagli enti di competenza. Esempio lampante è l’ex cava Sabucina, area vincolata dal punto di vista archeologico, sita nel territorio di Caltanissetta, autorizzata per recupero ambientale dallo stesso comune in data 2 ottobre 2009 prot. No 58821 e supportata dai vari nulla osta sia dell’Ispettorato dipartimentale delle foreste di Caltanissetta, sia della Soprintendenza per i beni culturali prot. 2849 del 14 settembre 2009 Pos. BN9305-1; proprio per questa area la società Empedocle aveva stipulato il contratto no 530 in data 28 maggio 2014 con la Soc. Ecosystem s.r.l. di Caltanissetta, destinataria dell’autorizzazione del progetto di recupero ambientale, impegnandosi a conferire te terre e le rocce da scavo, al fine d mettere in atto quanto autorizzato in tale progetto; tale area ancora oggi può ricevere oltre 400.000 metri cubi per completare il progetto di recupero; purtuttavia, la società Empedocle 2, a giudizio dell’interrogante in palese contrasto con le disposizioni del piano di utilizzo delle terre inserito tra gli elaborati del progetto esecutivo, ad oggi sta abbancando terre e rocce da scavo in un’area subpianeggiante a destinazione agricola posta a qualche centinaio di metri dalla stazione Xirbi e dal Borgo Petilia, quando invece alla stessa distanza dai cantieri, si poteva continuare il ripristino nell’area degradata della ex cava Sabucina. Se l’abbancamento delle terre in detta area non fosse stato vantaggioso per il contraente generale, questi avrebbe potuto effettuarlo su di un’altra area posta in prossimità (a pochissimi chilometri lungo la stessa strada statale 122-bis al chilometro 12), ovvero, presso l’ex cava Cutucchiaro, già inserita nel piano di utilizzo delle terre dove era previsto un abbancamento di metri cubi 100.000, per riempire il fossato della vecchia attività estrattiva; tale sito era stato anch’esso inserito nel progetto esecutivo del raddoppio della strada statale 640, per il conferimento delle terre e rocce da scavo per il recupero ambientale. Il versante nord di tale cava è attualmente soggetto a fenomeni franosi a causa del mancato riempimento, creando un serio pericolo alla viabilità locale e all’incolumità delle persone, lungo la strada statale 122-bis. Proprio per questo sito, la società Empedocle 2 si era fatta proponente del progetto di recupero ambientale, inoltrandolo all’Ispettorato dipartimentale delle foreste di Caltanissetta in data 29 novembre 2013 (prot. 3106/13/ MB/PP) al fine di ottenere il rilascio del nulla osta idrogeologico, per poi disinteressarsene, a quanto pare, con la motivazione che detto sito non era più d’interesse per la stessa società, ovvero per motivi economici;le terre che dovevano essere conferite nell’area di progetto erano quelle derivanti dall’esecuzione della galleria denominata « Bersaglio », posta tra la progressiva 18+460 e la progressiva 18+755 e dagli scavi provenienti dalla realizzazione dello svincolo « Caltanissetta Nord », tra la progressiva 25+820 e la progressiva 26+010. I volumi delle terre oggetto di sbancamento dovevano essere tali da realizzare per intero il progetto di recupero ambientale, senza ricorrere ad altri cantieri già presenti lungo il tracciato stradale. La mancata esecuzione del recupero ambientale, con abbancamento di terre all’interno del fossato, ha comportato l’innesco di frane nel versante, con la conseguenza che, in caso di piogge copiose, la strada statale 122-bis che confina con la ex cava, verrà interessata dal dissesto –: se il Governo, in virtù di quanto esposto in premessa e per quanto di competenza, intenda assumere iniziative per verificare lo stato di fatto e vigilare sulle scelte progettuali ancora da attuare, allo scopo di salvaguardare il territorio delle due province siciliane da eventuali danni ambientali, idrogeologici, paesaggistici ed economico-sociali; se risulti al Governo per quali ragioni il progetto esecutivo relativo al conferimento di terre e rocce da scavo di cui al decreto ministeriale n. 161 del 2012 sia stato sostituito con nuovi progetti; considerato che la seconda galleria porterà a giorno circa 1.000.000 metri cubi di materiale argilloso lavorato con acque e polimeri con caratteristiche prettamente fangose, quali siano i siti su cui verrà collocato tutto il fango prodotto dalla realizzazione di tale opera e se sia stato stimato l’impatto ambientale; visto che solo siti a conformazione morfologica tipicamente a « fossa » possono essere recettivi dei sopra menzionati fanghi, se le cave a fossa inserite nel progetto esecutivo della strada statale 640, possano essere, come previsto, oggetto di abbancamento, allo scopo di completare il recupero dell’area Sabucina ed iniziare il recupero nell’ex cava « Cuticchiaro ».

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