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Eni, Pagano (Ncd): “Crisi causata da management non da fattori congiunturali. Gruppi concorrenti infatti investono”

Redazione

Eni, Pagano (Ncd): “Crisi causata da management non da fattori congiunturali. Gruppi concorrenti infatti investono”

Sab, 26/07/2014 - 22:57

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pagano_640x410-550x352GELA – “La strategia industriale di Eni è assolutamente ingiustificata nel confronto con le sue dirette concorrenti, tanto da connotarsi come una vera e propria exit strategy dalla raffinazione a Gela più che un piano di rilancio e sviluppo”. A dirlo il deputato del Nuovo Centrodestra Alessandro Pagano.

“Mentre la dirigenza Eni – prosegue – lamenta il perdurare di una grave crisi della raffinazione in Europa che obbliga il gruppo ad intraprendere la via della riconversione dei propri stabilimenti in prospettiva di un drastico dimensionamento produttivo, importantissime compagnie concorrenti stanno invece aumentando i propri investimenti. Un esempio tra tanti quello relativo alla più grande oil company sul mercato, la Exxon, la quale  sta operando un maxi investimento nello stabilimento di Anversa. Ci chiediamo, a questo punto, perché Exxon sia disposta ad investire oltre 1 miliardo di euro in uno stabilimento, quello di Anversa, avente le medesime caratteristiche di quello di Gela mentre Eni, al contrario, disinveste”.

“Se Anversa non fosse un ottimo investimento e se davvero fossimo di fronte ad una crisi della raffinazione di portata storica, – osserva Pagano – è fuori di dubbio che Exxon, cioè il primo gruppo petrolifero al mondo, non si avventurerebbe in un investimento così poco remunerativo e ad alto rischio. E’ evidente, allora, che il vero problema di Eni e della sua incapacità di rilancio e scarsa competitività risiede altrove, ovvero nelle decisioni miopi e inadeguate del suo management che finiranno per privare il Paese di un asset strategico, quello energetico, di vitale importanza con il rischio che l’Italia debba dipendere, sotto il profilo del proprio fabbisogno energetico, da altre potenze straniere”.

“Tali questioni sono tutte oggetto di un’interrogazione che il presidente della Commissione Ambiente del Senato Giuseppe Marinello presenterà il prossimo lunedì in Senato e che, a nostra volta, presenteremo alla Camera. Attraverso tali iniziative parlamentari deve farsi la necessaria chiarezza, stabilendo se la responsabilità di queste scelte inopportune per Gela e l’Italia siano imputabili all’ad Descalzi e al cda Eni o se lo stesso ad sia stato consigliato male, così che l’azionista di maggioranza possa prendere subito posizione in ordine ai consequenziali cambiamenti che dovranno farsi all’interno della classe dirigente Eni”, conclude.

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