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Giuseppe Arnone indagato per estorsione: avrebbe minacciato Crocetta e Lumia per ottenere una candidatura

Redazione

Giuseppe Arnone indagato per estorsione: avrebbe minacciato Crocetta e Lumia per ottenere una candidatura

Mar, 07/05/2013 - 11:28

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CATANIA – Avrebbe esercitato “pressioni politiche per ottenere una candidatura” alle elezioni regionali dell’ottobre del 2012 nella lista del candidato governatore Rosario Crocetta, spingendosi oltre, tanto da indurre la Procura di Agrigento a iscriverlo nel registro degli indagati per tentativo di estorsione. Protagonista della vicenda è l’avvocato Giuseppe Arnone, nome storico delle lotte ambientaliste in Sicilia, mentre come parti lese sono indicate il presidente della Regione e il senatore de “Il Megafono” Beppe Lumia. Le ‘minacce’ secondo la Procura sarebbero state fatte con telefonate, sms e mail. Arnone è stato intercettato nell’ambito di un’inchiesta per corruzione in atti giudiziari. Prima delle elezioni regionali ha contatti telefonici con Lumia “pressandolo” e minacciando di “stampare un manifesto” contro lui e Crocetta.

Il progetto non sarà realizzato. “Apporre veti ad Arnone comporta – aveva fatto scrivere l’ambientalista in un mail che avrebbe avuto come destinatario finale Crocetta – ovviamente l’esplodere ad Agrigento e non solo di una polemica violentissima che durerà per tutta la campagna elettorale…”. Le intercettazioni da diversi giorni sono presenti su siti siciliani, ma soltanto ieri c’é stata l’iscrizione nel registro degli indagati, firmata dal procuratore Renato Di Natale, dell’aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Andrea Maggioni. Quest’ultima notizia è riportata da Livesicilia e ha trovato conferme in fonti giudiziarie. Al sito Arnone rilascia una replica: “Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia”, ma “c”é stata una diffusione illegale delle conversazioni di cui anche i magistrati saranno chiamati a rispondere” perché, sostiene, le sue telefonate erano di” contenuto squisitamente politico”.

Riportiamo di seguito il contenuto integrale di un articolo pubblicato su www.sudpress.it il 2 maggio 2013 che aveva “anticipato” i retroscena di questa ambigua vicenda.

LASCIA STARE A ME. (CROCETTA) HA PAURA DELLE COSE DI CRISAFULLI

E’ tra i papabili, tra i sottosegretari da nominare a brevissima scadenza, ed ha uno sponsor d’eccezione: il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. Destinato a far parte dell’esecutivo alla Giustizia ovvero al ministero dell’Interno, nel nuovo governo targato Enrico Letta, Giuseppe Lumia, detto Beppe, super-scortato da quando il pentito Maurizio Di Gati raccontò che la mafia voleva ucciderlo, vive momenti di trepidazione. Il suo nome circola negli ambienti giusti, quelli che in queste ore stanno decidendo chi andrà a ricoprire la carica di sottosegretario. E quello di Lumia è un nome pesante: già presidente della Commissione parlamentare antimafia, figura di rilievo del fronte antimafia, un nome spendibile per notorietà e buona stampa. Certo è stato anche lo sponsor ed il sodale politico numero uno dello scellerato governo Lombardo, offrendo all’ex governatore l’autorevole difesa del suo trascorso sempre portato sugli scudi. Con il Presidente imputato coatto per Mafia intanto lui piazzava uomini e pedine, accrescendo il suo potere e sopravvivendo alla fine del primo.

Ora, al suo fianco, alleato leale, c’è Rosario Crocetta, presidente della Regione siciliana, uomo del rinnovamento della politica siciliana, anche lui figura di rilievo del fronte antimafia ed oggi protagonista della nuova stagione politica nell’isola. Si sta battendo come un leone, Saro Crocetta, per piazzare Lumia nelle stanze importanti di via Arenula o al Viminale. E rivendica quel posto, destinato a Lumia, forte del successo alle ultime elezioni regionali e grazie a quel sei per cento di consenso ottenuto dal movimento “Il megafono” che poi è stato il contenitore che alle ultime “politiche” ha ospitato il parlamentare di Termini Imerese. Anche Lumia si è battuto, in passato, come un leone. Ma, forse, per fini meno nobili. La storia è questa. Ad Agrigento, un ex esponente politico cacciato dal Pd, Giuseppe Arnone, notoriamente vicino a Lumia e Crocetta, si era messo in testa che doveva candidarsi ad ogni costo alle ultime elezioni regionali. Sudpress vi aveva raccontato parzialmente la sua storia nello scorso settembre quando, intercettando un manifesto già pronto ma mai affisso realizzato dall’Arnone, scoprì che era gravido di insulti e pesanti accuse proprio nei confronti di Crocetta, candidato presidente con il suo movimento “Il megafono” e Lumia, sponsor e sostenitore del medesimo Crocetta. Mentre Arnone stampava il manifesto contro i suoi referenti politici, per le vie della provincia di Agrigento girava in lungo ed in largo un posterbus con il faccione di Arnone stampato insieme a quello di Saro che annunciava la candidatura del primo alle regionali. In realtà, le cose stavano diversamente. Il posterbus girava per le vie dei comuni agrigentini e sottobanco e sottotraccia, circolava anche il manifesto gravido di accuse a Lumia e Crocetta. Circolava negli ambienti politici che sostenevano Crocetta nella campagna elettorale allora in corso. E circolava col solo scopo di fare pressioni su Lumia e Crocetta. Costringerli a candidarlo alle regionali consentendo ad Arnone di ottenere due significativi successi: la candidatura e lo smacco al Pd che aveva posto un veto insormontabile sul suo nome. Arnone minacciava di portare il manifesto di accusa contro i suoi “amici” in ogni pubblica occasione. Minacciava di parlare con i “suoi amici” giornalisti importanti. In poche parole: pressava con metodi tutt’altro che adamantini per arrivare al suo scopo. Del manifesto ne parlò con Lumia. Arnone aveva capito che non sarebbe stato candidato e si sentiva preso in giro proprio da chi avrebbe dovuto sostenerlo ossia l’ex presidente della Commissione parlamentare per la lotta alla mafia e l’ex sindaco di Gela.

Arnone non sapeva di essere intercettato dalla magistratura nell’ambito di una inchiesta che lo vede oggi indagato per corruzione in atti giudiziari ricevendo qualche giorno fa avviso di conclusione delle indagini preliminari. E tra le intercettazioni effettuate, una capta i discorsi tra Lumia ed Arnone proprio nel periodo clou dell’ultima campagna elettorale regionale. Era il 26 settembre 2012. Il colloquio registrato lascia sgomenti. Il candidato sottosegretario all’Interno o alla Giustizia si mostra pauroso, privo di coraggio, smarrito, addirittura scarica tutto contro l’amico Crocetta. Implora Arnone di togliere il suo nome dal manifesto. Ma, mantenendo solo quello di Crocetta. Incredibile ma è andata così.

Afferma Lumia: “Mi sto battendo come un leone, perché tu sei candidato. Rosario poi, alla fine, dovrà decidere, perché lo stanno pressando a partire da Bersani che lo minacciano che gli tolgono il sostegno. A Rosario gli sto facendo pressing, addirittura siamo arrivati quasi al punto di rottura. Sto facendo una cosa che non ho mai fatto per nessuno, mai per nessuno manco per me stesso. Se Rosario dovesse accettare le proposte che io gli faccio, lui andrà avanti e saremo tutti felici e contenti. Se Rosario invece, non se la sente di fare una rottura con Bersani, sappi che io farò un comunicato stampa, dove dico che prendo le distanze, quindi ti prego, cancella i manifesti, io non c’entro proprio niente. Peppe, sicuramente non ti devo dire niente, però sappi che io prendo le distanze pubbliche, dico che è stato un errore non mettere Arnone, che Arnone è una risorsa. Lo dico, lo dico pubblicamente, quindi arrivo pure a questo punto di rottura con il partito. Cioè significa che sono fuori. Per te lo sto facendo”.

Arnone: “Io ti ringrazio tanto. Io vengo in questo momento dal processo contro i Massimino, mafia di Agrigento, dove difendo la gente pestata e mandata in ospedale da loro”.

Lumia: “Esatto. Tu ora senti a me. Devi mandare un messaggio con queste parole che stai dicendo, vengo da un processo per mafia, dove faccio e dove dico, qui ad Agrigento… la parte peggiore, dice che non sono candidato. Voglio sapere da te se ti schieri a sostegno di uno…

Arnone: “Perfetto… “.

Lumia: “… dell’antimafia oppure se anche tu insieme con Crisafulli, perché lui ha paura che tu gli rimproveri le cose di Crisafulli, no…”.

Arnone: “No, ma io ovvio che … io domani… cioè tolgo te, ringrazio te, e a lui lo massacro, ma poi lo massacreranno Fava, lo massacrerà Musumeci, cioè..”.

Lumia: “… e glielo scrivi questo, sarai in tutte le piazze, sarai in tutti i … “.

Arnone: “guarda che se lo ritieni utile ti mando il manifesto che mi hai bloccato”.

Lumia: “Si, tu per ora devi parlare con lui. Manda… “.

Arnone: “Si, ma se tu, … a te può servire. Io ti mando il manifesto che tu mi hai bloccato, cioè che già è pronto il manifesto non è che c’è altro, è già stampato”.

Lumia: “Tu, eventualmente gli dici a lui che tu eri pronto a trovare un accordo sotto la garanzia di coso, di Bersani, con il gruppo dirigente regionale, l’accordo di pacificazione. Metti questo a Rosario”.

Arnone: “Perfetto, si, va bene”.

Lumia: “Fallo per me…”.

Arnone: “Io sto mandando a te la copia del manifesto già fatta”.

Lumia: “Si, ma lascia stare a me. Scrivi le cose che ti ho detto”.

Arnone: “Si queste cose le scrivo, ma non lo mando a Rosario o se vuoi lo mando a Rosario, pure”. Lumia: “Si, pure, mandaci il messaggio…”.

Arnone: “Va bene, va bene”.

Lumia: “E gli dici vengo dal processo. Sto facendo questo, io non voglio assumere, non mi mettere in condizione di dire alla Sicilia, all’Italia attraverso… Il Fatto, a dire a tutta l’Italia, a venire in tutte le tue manifestazioni che Crisafulli ha deciso e ha deciso la mia esclusione e che sei anche tu vittima di Crisafulli…”.

Arnone: “Va bene, mando a te e a lui il manifesto e il comunicato che mi avevi bloccato”.

Lumia: “si, mentre sono disponibile al lavoro di pacificazione sotto la tua alta…”.

Arnone: “Perfetto. Va bene”.

Il manifesto contro Lumia e Crocetta non venne mai affisso o portato pubblicamente alla luce; Arnone non venne candidato; Lumia pagò il prezzo che aveva promesso con un comunicato che venne diffuso in anteprima dal sito parcodeinebrodi.blogspot.it il 28 settembre 2012. Questo il testo: “Peppe Arnone sarebbe stato un ottimo candidato della lista Crocetta, con la sua autonomia, la sua libertà, il suo senso critico. Tutte caratteristiche difficili da comporre dentro l’attuale cultura di partito, ma molto adatte, invece, ad esprimersi in una lista come quella di Crocetta che vuole dare voce e rappresenta al cambiamento e alla lotta alla mafia. Adesso gli chiedo di non rinunciare a questa battaglia e di sostenere Rosario Crocetta e quanti nei territori si danno da fare, con serietà e rigore, per il cambiamento, la legalità e lo sviluppo”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia in merito alla mancata candidatura di Giuseppe Arnone nella lista Crocetta”.

Come chiamare il comportamento di Lumia nei confronti di Crocetta? Come definire l’incitamento a tenerlo sotto pressione – e stiamo usando un eufemismo – andando per le piazze ed i comizi?

E Crocetta, evidentemente ignaro del Lumia double face, come la prenderà una volta che potrà personalmente leggere le conversazioni del suo candidato a sottosegretario, anche nella parte in cui questi invita Arnone ad esporlo – per non meglio chiariti suoi problemi – in piazza purché dal manifesto eliminasse il suo di nome? Non c’è che dire: proprio un comportamento da uomo delle istituzioni ed il profilo giusto per rappresentare il governo.