CALTANISSETTA – Il sostituto procuratore generale Fernando Asaro ha chiesto alla Corte d’Appello la condanna a 12 anni per l’imprenditore nisseno Pietro Di Vincenzo (59 anni) per le estorsioni che quest’ultimo avrebbe commesso nei confronti dei suoi dipendenti, costringendoli, secondo la tesi accusatoria, a restituire parte dello stipendio indicato in busta paga.
Il rappresentante dell’accusa ha chiesto la condanna di Di Vincenzo anche per le ipotesi di cessione e intestazione fittizia di beni; l’ex presidente di Confindustria nissena ed Ance Sicilia venne infatti assolto dall’accusa di avere ceduto fittiziamente il ramo d’azienda della “Novacostruzioni” impegnato nel settore dello smaltimento dei rifiuti all’impresa Sirugo di Avola. Secondo l’accusa si sarebbe trattato di uno stratagemma per sottrarre un’attività redditizia ad un eventuale provvedimento di sequestro.
Per il dott. Asaro Di Vincenzo andrebbe condannato anche per avere intestato fittiziamente alcuni libretti al portatore ad alcuni lavoratori della sua impresa; in tali libretti Di Vincenzo avrebbe versato, sempre secondo le risultanze investigative, denaro proveniente dalle presunte estorsioni ai dipendenti. Per tale accusa il Tribunale aveva pronunciato sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, ma, sempre secondo gli inquirenti, Di Vincenzo avrebbe avuto la disponibilità delle somme contenute nei libretti fino al 2010, quando scattarono gli ultimi sequestri della Guardia di Finanza e non nel 2006, data del sequestro preventivo del suo patrimonio.
Estorsioni ai dipendenti. Il sostituto PG chiede 12 anni per Pietro Di Vincenzo
Mer, 19/12/2012 - 14:23
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