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Consegnati al comune beni sequestrati alla mafia

Redazione

Consegnati al comune beni sequestrati alla mafia

Mer, 22/06/2011 - 16:31

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CALTANISSETTA – Otto ettari di mandorleto tra i beni sequestrati alla criminalità organizzata affidati al comune di Caltanissetta, simbolo forte di sicilianità e di una Sicilia che può rinascere anche attraverso atti non eclatanti ma significativi come il passaggio alla gestione di un ente locale di beni acquisiti con attività illecite da personaggi legati alla malavita organizzati, beni destinati ora ad essere legittimamente 0fferti alla fruizione pubblica.

Il passaggio dei beni è stato suggellato dalle firme apposte dal sindaco Michele Campisi, dal maresciallo Angelo Raccuia e dalla dottoressa Letizia Maranto dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e dall’amministratore giudiziario Piero Trapani. Presenti l’assessore allo Sviluppo economico Salvatore Calafato ed il dirigente della Direzione bilancio e finanze Claudio Bennardo.

“Ci hanno chiesto come comune la disponibilità – ha detto il sindaco dopo la firma del protocollo – ad acquisire parte di questo patrimonio confiscato alla mafia, da destinare a finalità legate all’attività dell’Ente, ed ho creduto opportuno dare la mia piena disponibilità perché ritengo che si tratti di un momento di vera legalità: lanciamo oggi un messaggio forte e diciamo che il patrimonio realizzato in maniera illegale prima o poi ritorna allo Stato, che lo restituisce alla collettività, magari ad associazioni con finalità benefiche”. Lanciata dal sindaco Campisi anche l’idea di coinvolgere le scuole nissene nella fruizione di parte di questi patrimoni acquisiti dal Comune di Caltanissetta.

Dopo la firma dei protocolli di rito è avvenuta dunque la consegna al sindaco delle chiavi del fabbricato rurale a due elevazione con annesso terreno agricolo sequestrato e confiscato alla mafia, in contrada Gaddira, in prossimità del comune di Caltanissetta; acquisito al patrimonio del comune anche un terreno agricolo in contrada Iannigreco – Pignataro con annesso un altro fabbricato, confiscati a Cataldo Terminio e alla moglie Graziella Territo con sentenza della Corte di Cassazione.