A poco più di un anno dall’insediamento della Giunta Tesauro un apposito gruppo di lavoro del Partito Democratico di Caltanissetta ha realizzato una riflessione approfondita sull’operato dell’amministrazione comunale in ambito culturale, sintetizzandola in un articolato documento politico. Con questo lavoro il Partito Democratico intende offrire alla città un’analisi lucida e non pregiudiziale delle scelte sin qui adottate dall’Amministrazione, evidenziando criticità, mancanze progettuali, ma anche avanzando proposte e indicando priorità per una possibile rigenerazione culturale del territorio. “Abbiamo scelto di non limitarci a una critica sterile – dichiarano per il Partito Democratico Aurelia Speziale, Marina Castiglione e Carlo Vagginelli– ma di aprire un confronto pubblico sui temi della cultura, che per noi rappresenta un bene comune e una leva fondamentale per lo sviluppo della comunità nissena. Non si tratta solo di eventi o spettacoli: la cultura è educazione, coesione sociale, identità, innovazione e opportunità”. Nel documento si denunciano i drastici tagli al bilancio per la cultura, la mancanza di programmazione, la gestione debole dei luoghi simbolo come il Teatro Margherita e la Biblioteca Scarabelli, il disinteresse verso il patrimonio minerario e archeologico, e l’assenza di progettualità condivisa con il mondo associativo, le scuole e l’università. Il Partito Democratico annuncia inoltre l’avvio di un percorso pubblico di ascolto e confronto, che si concretizzerà nelle prossime settimane con una assemblea cittadina aperta, dedicata al tema della cultura. Un’occasione di partecipazione concreta per chi vive, lavora e crede nelle potenzialità culturali di Caltanissetta.
Di seguito il documento elaborato dal PD Caltanissetta dal titolo “Un anno di politiche culturali della Giunta Tesauro, considerazioni del Partito Democratico di Caltanissetta”.
A più di un anno dall’insediamento dell’amministrazione Tesauro pensiamo sia arrivato il momento di formulare alcune valutazioni sulle scelte che questa Giunta sta operando in merito alla promozione della cultura nella nostra città. La cultura è un bene comune, una straordinaria risorsa per la crescita umana, sociale ed anche economica di una comunità. Su un tema di questa rilevanza, quindi, il compito di un Partito, anche se di opposizione, non è certamente quello di assumere posizioni pregiudizialmente critiche. La nostra intenzione è pertanto quella di offrire alla città un’analisi quanto più lucida e completa sia possibile delle politiche culturali promosse dall’amministrazione Tesauro in questa prima fase del suo mandato, indicando al contempo le nostre priorità di intervento.
LE RISORSE. Necessario punto di partenza da cui occorre procedere è il grave taglio degli stanziamenti destinati alla cultura operato con l’ultimo bilancio di previsione del Comune. Se nel 2024 le risorse per la tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali era pari a 3.645.257,50 euro, per il 2026 l’amministrazione Tesauro prevede di destinare a questo obiettivo appena 870.077,04 euro, somma ulteriormente ridotta per il 2027. Va detto che al di là dei numeri, centrale è il modo con cui le risorse vengono impiegate. Con queste cifre all’attivo la città avrebbe dovuto raggiungere e programmare ben altri risultati rispetto a quelli ottenuti. Non ci sembra, a onor del vero, che questo sia avvenuto e, se lo fosse stato, il comunicato di un paio di mesi fa della Vice-sindaca e assessora alla cultura, prof.ssa Giovanna Candura, li avrebbe a buon titolo vantati. È a partire da queste considerazioni che si può compiere una completa valutazione dell’operato della Giunta Tesauro sul fronte delle politiche per la cultura. Ed è a partire da questi dati che va formulata una affermazione di carattere generale: la cultura non è un costo da tagliare, ma una risorsa su cui investire.
I LUOGHI DELLA CULTURA. Passando al merito dei singoli temi, non possiamo che partire dal Teatro Margherita. Nel mese di novembre inizierà finalmente la nuova stagione teatrale, che arriva però dopo un anno in cui – al netto delle ben riuscite celebrazioni del 150° anniversario della sua fondazione – il Teatro è stato lasciato senza una programmazione ed è stato utilizzato solo per iniziative sporadiche. Dobbiamo prendere atto, inoltre, che il Teatro Margherita è ancora una volta privo di una direzione artistica riconoscibile e capace di qualificarne la proposta culturale, valorizzando l’importante tradizione teatrale della nostra città. La stagione, di soltanto sei date, è affidata ad una società di eventi che nulla può fare per indirizzare una visione che non sia esclusivamente quella dello svago o del botteghino e gli altri 359 giorni restano comunque nel limbo della non decisione. Un altro importante luogo di cultura della nostra città è certamente la Biblioteca Scarabelli, il cui orario di apertura è stato prolungato fino alle ore20:00. Si tratta di un risultato importante, frutto di una insistente richiesta del Partito Democratico e del suo rappresentante in Consiglio Comunale. È certamente da paese civile offrire uno spazio dove i giovani possano studiare, specialmente in un territorio segnato da una diffusa povertà educativa. Non a caso le scuole del territorio sono continuamente monitorate per la dispersione, che necessita di interventi specifici. Ma questo prolungamento è stato sostanziato di rapporti con le scuole o con il Consorzio universitario? Quali attività e quale promozione hanno consentito ai giovani nisseni (e no) di venire a conoscenza di questa opportunità? Quali acquisti librari e strumentali, quali nuove forme di divulgazione culturale, magari aperte alla tecnologia, si stanno prevedendo? Sempre per restare all’interno della memoria cittadina e della sua conservazione: quale futuro attende l’archivio comunale ottocentesco e novecentesco e quale la nostra preziosa emeroteca? Sono previsti luoghi ad essi dedicati nonché assunzioni e organigrammi che possano organizzarli e gestirli per la consultazione e lo studio? Un terzo importantissimo bene culturale affidato alla diretta responsabilità del Comune di Caltanissetta è Palazzo Moncada, che grazie all’impegno della Pro Loco ha aperto sempre di più le sue porte, ospitando diverse manifestazioni e divenendo un punto di riferimento per la città. Uno spazio ampio e di importanza storica non dovrebbe rimanere confinato al nostro territorio, ma dovrebbe essere certamente oggetto di interesse più vasto. È ovvio che il Palazzo, che ora ha conquistato nuovi spazi, sebbene ancora privi di una razionalizzazione interna tra collezioni fisse ed occasionali, spazi conferenza e laboratori, dovrebbe godere in una autonoma voce di spesa che gli possa fornire la centralità che merita e che noi avevamo proposto già in occasione dell’ultima sessione di bilancio. Dalle ultime poste di spesa destinate ad eventi mordi e fuggi, che nulla lasciano sul territorio, non possiamo immaginare che ci siano problemi di bilancio: se così fosse, l’assessora nonché vicesindaca si faccia sentire e destini alla Cultura (che resta) ciò che si disperde negli eventi (che passano, peraltro non senza polemiche). Sempre a proposito di beni culturali, dobbiamo denunciare l’assenza di un reale progetto di valorizzazione del nostro patrimonio minerario, a partire dalla Miniera Trabonella, che nel corso degli anni è stata interessata da opere di bonifica e recupero oggi integralmente perdute e che rendono sempre più vacue le promesse circa la valorizzazione del nostro patrimonio zolfifero. Il recupero della nostra tradizione mineraria richiederebbe, invece, ove ve ne sia l’intenzione, interventi ben più strutturali: la bonifica dei siti, la costituzione di un ente esclusivamente preposto alla loro gestione e valorizzazione, la costruzione di un percorso culturale e turistico che metta in rete luoghi e realtà diverse, da San Cataldo a Riesi, passando per Montedoro e Sommatino. Ancor più ampio potrebbe essere il bacino di interesse se anziché soltanto allo zolfo si guardasse anche alla stratificazione e ai manufatti del gesso. Particolarmente infelice, da questo punto di vista, è la scelta di destinare l’ex rifugio antiaereo della Salita Matteotti come sede di un nascente Museo della Miniera (con quale differenziazione rispetto al Museo mineralogico e paleontologico della Zolfara non è dato saperlo). Quel luogo non ha alcun legame con la nostra tradizione mineraria e potrebbe essere impiegato più utilmente come sede di recupero e valorizzazione della importantissima storia dell’antifascismo nisseno e dell’Autonomia siciliana nata grazie al contributo di Giuseppe Alessi.
LA TUTELA E LA PROMOZIONE DEI SITI ARCHEOLOGICI. A questa amministrazione comunale non va certamente ascritto lo stato di degrado cui versano i siti archeologici della città, da Sabucina a Gibil Gabib, siti che non sono di proprietà del Comune e che versano in una condizione di semi abbandono da moltissimi anni. Alla Giunta Tesauro, però, vanno imputati il silenzio di fronte alle scelte sbagliate e all’immobilismo che la Regione Siciliana continua a perpetrare. Il Comune di Caltanissetta dovrebbe essere il primo promotore di un’iniziativa politica e legislativa che restituisca risorse e funzionalità ai Parchi archeologici minori, che ponga al centro le competenze e che valorizzi anche i siti non inclusi nei principali flussi turistici. L’amministrazione locale, invece, sembra totalmente disinteressata al problema e non pare capace di cogliere le sollecitazioni che – su questo tema – provengono dal mondo associativo. Ma a questa amministrazione va imputata anche l’assenza di un progetto per la valorizzazione del nostro patrimonio storico ed archeologico. A Gela esiste da anni un Protocollo di intesa tra il Parco Archeologico ed il Comune, che favorisce una collaborazione tra i due enti ed una miglior gestione dei siti, tutto ciò da noi manca e continua a non essere sull’agenda dell’amministrazione.
IL METODO. Abbiamo constatato e letto del rapporto sinergico tra Assessorato alla Cultura e l’Assessorato allo spettacolo, imparando la nuova traiettoria del moderno: l’edutainment. Ma l’Assessorato alla Cultura non dovrebbe interloquire e proporre una programmazione di cinque anni che guardi soprattutto alla scuola, al mondo universitario, magari al Conservatorio (vero gioiello del nostro territorio, recluso però nei propri spazi) e al mondo delle associazioni culturali che operano nel territorio e che proprio in questi giorni hanno presentato un libro nero sullo stato di abbandono e non fruibilità dei luoghi della cultura del centro Sicilia? Forse che questa frontiera dell’edutainment ha risucchiato fondi per spettacoli ed eventi e completamente dimenticato la cultura, i saperi, le arti? Infatti, ci si chiede: quali sono i progetti per il futuro? Quali le iniziative da intraprendere di educazione alla lettura per bambini, adulti, per i nuovi cittadini che popolano il centro storico e lo animano? Ormai da dieci anni la Biblioteca Scarabelli offre uno spazio pensato per i bambini, ma non ci risultano calendari pensati per loro, né estivi né invernali. Non ci sembra tra l’altro che siano stati organizzati momenti culturali condivisi con la Consulta alla Cultura. Anche le attività condotte in sinergia con la Diocesi sono apprezzabili, sebbene completamente nel solco della tradizione e dell’ineludibilità del calendario liturgico-religioso. Lo stesso tentativo di realizzare manifestazioni a settembre che vedono coinvolti gli emigrati non ci sembra abbia guardato ai tanti cittadini che vengono dall’altra sponda del Mediterraneo e che ormai vivono stabilmente a Caltanissetta. Come si è guardato poco o per nulla ai “nuovi” emigrati, ossia i nostri giovani, studenti e lavoratori, che riempiono gli aerei e i treni per il nord e che sono costretti a lasciare il proprio territorio. Quelli certamente a settembre non ci sono, anche perché il Sicilia Express, che viene decantato come un momento di festa e non un momento di lutto (quello lasciamolo alle famiglie), è ripartito il 23 agosto. Nel resoconto annuale sulla Cultura realizzato dall’Amministrazione ed inviato alla stampa, è stata trascurata la partecipazione di Caltanissetta a progetti di scala regionale: nella nostra città c’è stata e ci sarà anche l’adesione alla manifestazione “Le Vie dei Tesori” che si svolge ormai in molti comuni della Sicilia e che ha un indotto considerevole, tenuto conto del fatto che mette in campo energie giovani (gli studenti in PCTO), professionisti, privati e imprese per promuovere la conoscenza del territorio. Inoltre, Caltanissetta è meta della Strada degli Scrittori grazie alla presenza di Piermaria Rosso di San secondo e del Parco a lui dedicato: l’associazione quest’anno sta proponendo le “Piazze della Capitale” in sinergia con il centenario camilleriano: quali contatti sono stati intrapresi al fine di farne una tappa del 2025? Ma forse per l’assessora il territorio non necessita di alcuna forma di promozione all’esterno, dal momento che esiste la Settimana Santa, evento cristallizzato nelle vuote vetrine del centro.
QUALE PROGETTO? Questa amministrazione, come gran parte della politica cittadina utilizza spesso la parola identità (scivolosissima e spesso mal interpretata); dal suo operato però non emerge una riflessione, uno studio, un’osservazione attenta dei cambiamenti che la città ha subito, al fine di pensare ad un modello al passo con i tempi e che tenti di ricostruire una forma culturale in cui possano riconoscersi dinamicamente anziani e bambini, lavoratori e studenti, nisseni e nuovi residenti. Intanto i ragazzi vanno via e la povertà di conoscenza si trasforma in abbandono, degrado e inerzia, incapacità di vedersi fra venti anni e di cominciare a tracciare un passo che estragga la città dai più bassi livelli di qualità della vita raggiunti. Un progetto culturale deve avere una programmazione non di eventi ma per obiettivi verificabili, che non si vedono con chiarezza scanditi nell’azione culturale di questa amministrazione, contraddistinta da un elenco di momenti interessanti, in cui il ruolo dell’Assessorato è stato quello del patrocinatore più che del promotore, e soprattutto senza l’elemento fondamentale, la domanda che è certamente essenziale: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
IL NOSTRO PERCORSO. Partendo dall’analisi contenuta in questo documento, il Partito democratico di Caltanissetta intende avviare un percorso di ascolto e di confronto dedicato ai temi della cultura. Vogliamo arricchire ed affinare il nostro punto di vista dialogando con gli operatori del settore e con il mondo associativo per delineare proposte utili ad un rinascimento culturale della nostra città. Per questo organizzeremo sin dalle prossime settimane un’assemblea pubblica dedicata a questo tema, che sarà aperta al contributo di tutte e tutti coloro che vorranno partecipare e che sarà finalizzata alla definizione delle nostre priorità di intervento.
Partito Democratico di Caltanissetta – Gruppo di lavoro Cultura

