Quando si parla di Sicilia, le immagini che affiorano alla mente sono spesso quelle delle sue coste spettacolari: dalle acque turchesi di Lampedusa al fascino antico delle Eolie, passando per i paesaggi da cartolina di Cefalù e Taormina. Ma esiste un’altra Sicilia, meno fotografata e più intima, che si snoda tra le montagne dell’entroterra, tra sentieri sterrati, salite impervie e silenzi interrotti solo dal rombo di un motore. Ed è proprio lì che sette amici nisseni hanno deciso di cercare — e trovare — un nuovo modo di raccontare la bellezza dell’isola.
Tutti appassionati di enduro, hanno compiuto un lungo e impegnativo percorso fuoristrada di oltre 210 chilometri, partendo da Caltanissetta per raggiungere il litorale settentrionale di Campofelice di Roccella, attraversando il cuore delle Madonie. Un viaggio non competitivo, ma tutt’altro che semplice, con tratti “Hard” — come direbbero loro con gergo da enduristi — dove l’impegno fisico e tecnico è stato messo alla prova da terreni impervi e condizioni mutevoli.

La comitiva era composta da Giuseppe Lanzalaco, considerato da molti uno tra gli antesignani dell’enduro nisseno non agonistico per la sua passione fin dai tempi del liceo , dall’avvocato Gaetano Centorbi, da Fabrizio e Alessandro Tuminelli, da Rocco Scarantino e Gianluca Granata. Con loro anche il più giovane del gruppo: Riccardino, appena 16 anni, che con entusiasmo, tenacia e spirito d’avventura ha affrontato l’intero percorso dimostrando di avere già la stoffa del vero motociclista.
Non un gruppo sportivo ufficiale, né un’associazione, ma una vera e propria “fratellanza su due ruote”, unita dal desiderio di esplorare l’isola da prospettive che solo la moto riesce a offrire.

Durante l’escursione hanno attraversato boschi, vallate, crinali, tutto posti irraggiungibili dal turismo di massa, immersi in una Sicilia autentica, fatta di silenzi, profumi di macchia mediterranea e incontri fugaci con la fauna selvatica. Un viaggio che non ha avuto solo il sapore dell’avventura, ma anche quello della scoperta: paesaggi che si svelano curva dopo curva, scorci che sfuggono all’automobile, emozioni che si moltiplicano nel rumore sordo del fuoristrada.

Abbiamo scelto di raccontare questa esperienza perché dietro il casco e la polvere abbiamo visto qualcosa che va oltre lo sport: la gioia semplice di un’amicizia che resiste al tempo, la passione sincera per la natura, e soprattutto, l’entusiasmo di chi ancora sa lasciarsi stupire. E forse, in fondo, è anche questo che rende la Sicilia così straordinaria.

