




MUSSOMELI – Il volo e l’arrivo nell’estremo oriente, esattamente, nel Giappone, e la visita alla chiesa di S. Ignazio a Tokio nella giornata dello scorso 3 luglio da parte del mussomelese dottore Luca Messina che ha condiviso il viaggio col figlio Giorgio, è stato un omaggio al compaesano missionario gesuita P. Vincenzo Barba S.J., le cui ceneri riposano, dal 2010, in un reparto chiuso a chiavi riservato ai gesuiti defunti, sistemato nella sottostante cripta della Chiesa di S. Ignazio a Tokio. E’ stata una sorprendente quanto commovente notizia comunicata ai due fratelli, tuttora viventi, del missionario scomparso, Ignazio e Carmelo, lasciando in loro i segni di tanta commozione del nobile gesto compiuto dal professionista. Tutto è nato da una conversazione telefonica intercorsa in precedenza con P. Calogero Orifiamma, missionario in Taiwan, in cui il dottore gli comunicava del suo imminente viaggio in Giappone. Venuto a conoscenza, però, che proprio in Giappone c’era stato per oltre sessant’anni il missionario mussomelese Padre Barba, non ha esitato un minuto a programmare una sua visita nella chiesa di S, Ignazio dove il gesuita aveva trascorso la sua vita missionaria e sacerdotale mettendo al primo posto l’evangelizzazione. Così scrive dal Giappone il professionista Messina al fratello Carmelo. “ La persona che mi ha aiutato nella ricerca della cripta si chiama Mori che ha conosciuto suo fratello, padre Vincenzo Barba, fin da quando era piccolo e faceva il chierichetto. Io ci sono andato alle 18:00; la cripta chiudeva alle 16:00, ma lui ha capito l’importanza della mia richiesta e me l’ha aperta. In più mi ha aperto la stanza dove tengono le ceneri di tutti coloro che sono sepolti nella cripta. Inoltre mi ha detto che è a disposizione di tutti i familiari, quando verranno a vedere le ceneri, lui gli aprirà”. E parlando del signor Mori, il Messina dice che “è una bella persona ed assai disponibile e che la cultura giapponese è piena di questi gesti di gentilezza ed altruismo. Infatti, sono formati fin da bambini a questo, ad essere disponibili e premurosi verso il prossimo e verso l’ambiente”. E, concludendo, il professionista aggiunge. “Mi sono trovato veramente bene in questa terra e forse capisco perché Padre Barba è rimasto in Giappone tutti questi anni”. Da sottolineare che la partenza da Mussomeli per il Giappone era stato il 16 giugno, giorno che corrisponde all’anniversario della morte del missionario Padre Barba. Intanto Luca e Giorgio sono già rientrati nella loro Mussomeli. Un episodio emblematico che merita di essere raccontato.