Dalle OO.SS. FP CGIL – CISL FP – UIL FPL – NURSIND CGS – NURSING UP Riceviamo e pubblichiamo la loro lettera inviata al dirigente generale dell’ASP di Caltanissetta: “In riferimento alla Vostra nota prot. n. 9537 del 06/02/2025, con la quale si specifica che la condivisione dell’OSS tra diverse unità operative riguarda unicamente l’edificio A del P.O. Sant’Elia e ha carattere temporaneo, ci troviamo costretti a esprimere con fermezza ancora una volta, le nostre preoccupazioni e il nostro disappunto per la situazione insostenibile che il personale OSS ed a cascata il personale infermieristico è costretto a fronteggiare, con gravi ripercussioni sulla qualità dell’assistenza e sulla sicurezza dei pazienti. Analisi della situazione attuale. Dai dati in nostro possesso relativi alle Unità Operative e ai posti letto (PL) attivi, emerge un quadro critico e complesso che richiede un intervento immediato circa la presenza adeguata di personale OSS, per garantire un’assistenza efficace e sicura. Di seguito, un riepilogo delle Unità Operative e dei posti letto: Primo piano: o Cardiologia: 12 PL + 3 barelle o UTIC: 8 PL + 3 barelle o Neurochirurgia: 13 PL + 1 DH Secondo piano: o Ginecologia/Ostetricia: 12 PL + 2 DH Terzo piano: Medicina Generale: 18 PL o Pneumologia: 14 PL Quarto piano: Chirurgia Generale: 20 PL o Neurologia: 20 PL + 4 DH o Oncologia: 9 PL o Ematologia: 6 PL Quinto piano: Urologia: 8 PL o Endocrinochirurgia: 3 PL o ORL: 3 PL o Chirurgia Vascolare: 12 PL Sesto piano: Ortopedia: 16 PL + 2 DH o Rianimazione: 10 PL Settimo piano: Pediatria: 13 PL o Neonatologia: 4 PL . Nonostante l’elevato numero di posti letto e le specifiche esigenze assistenziali di ciascuna unità operativa, è prevista la presenza di un solo OSS per piano durante il turno notturno. Una dotazione così ridotta non solo è insufficiente, ma rappresenta un evidente rischio per la sicurezza dei pazienti e per il benessere del personale. Criticità operative: esempi inaccettabili. Le principali attività svolte dagli OSS durante la notte includono: Assistenza alberghiera (igiene, mobilizzazione, alimentazione); Trasporto pazienti per indagini strumentali; Trasporto di emazie e prelievi. Queste attività richiedono tempi tecnici significativi, soprattutto in reparti con pazienti non autosufficienti o con necessità di assistenza continua. I tempi medi di risposta alle richieste di supporto infermieristico risultano medio-alti, con conseguente demansionamento del personale infermieristico, costretto a svolgere mansioni proprie dell’OSS in situazioni di emergenza/urgenza. Un esempio emblematico di questa insostenibilità si è verificato lunedì 3 febbraio nel turno pomeridiano (14-20), quando un OSS della Cardiologia è stato chiamato a coprire i reparti di UTIC, Cardiologia, Sala Parto, Ginecologia, Ostetricia, Pediatria e Neonatologia, su ordine di servizio. Una situazione del genere non solo è inaccettabile, ma mette a repentaglio la sicurezza dei pazienti e il benessere del personalee.
Un altro esempio eclatante è quello dell’OSS in condivisione tra l’U.O. di Pediatria e Neonatologia, ubicate al settimo piano. Quando viene messo in condivisione anche con Ginecologia e Ostetricia, significa che, oltre ai due reparti del settimo piano, l’OSS deve scendere al secondo piano per prestare assistenza sia in Ostetricia e Ginecologia, sia nel blocco parto, per un totale quindi di 4 reparti posti su piani differenti. Questa modalità operativa non solo è inefficiente, ma rappresenta un evidente rischio per la sicurezza dei pazienti e per il benessere del personale. Mancato coinvolgimento della dirigenza infermieristica: una grave omissione. Ci troviamo alquanto straniti e profondamente contrariati dal fatto che la dirigenza delle professioni infermieristiche dell’ASP di Caltanissetta non venga coinvolta in prima persona in un processo organizzativo di tale complessità. La mancanza di un coinvolgimento diretto della dirigenza infermieristica non solo compromette ulteriormente la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti, ma genera un clima di sfiducia e frustrazione tra il personale. Considerazioni sulla temporaneità del provvedimento: una soluzione inadeguata. Abbiamo preso atto della Vostra specifica in merito alla straordinarietà e temporaneità del provvedimento organizzativo, teso a garantire l’assistenza ai cittadini. La problematica della carenza di personale è un tema da noi sollevato in ogni sede, comprese quelle di valenza sovraregionale, e rimane un nodo sul quale riteniamo dover agire anche in situazioni a carattere emergenziale. Tuttavia, come OO.SS., non possiamo che ribadire il nostro netto dissenso rispetto a questa impostazione, soprattutto alla luce delle criticità sopra descritte. Proprio alla luce di un rapporto che vorremmo costruttivo, siamo a richiedere con urgenza: La determinazione del lasso temporale previsto per questa fase emergenziale; La comunicazione al medico competente aziendale delle specificità di impiego del personale OSS, in particolare qualora dovesse essere coinvolto personale con limitazioni; L’informazione alle RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) e ai Preposti delle Unità Operative interessate dal provvedimento organizzativo; L’integrazione nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) di una specifica valutazione delle modalità di approccio alle temporanee multi-assegnazioni del singolo operatore, anche per future riproposizioni di casi analoghi. Correlazione tra demansionamento e rischio clinico. Il demansionamento del personale infermieristico, costretto a svolgere mansioni non proprie, comporta un aumento del rischio clinico. Gli infermieri, infatti, non possono dedicarsi pienamente alle attività di competenza esclusiva (valutazione, pianificazione e gestione dell’assistenza infermieristica), con possibili ricadute negative sulla sicurezza dei pazienti. Proposte costruttive: interventi immediati e strutturali. Alla luce delle criticità emerse, chiediamo con urgenza di valutare le seguenti soluzioni: Aumento temporaneo del personale OSS durante le ore notturne, in modo da garantire la presenza di almeno un OSS per unità operativa, soprattutto nei reparti con maggiore carico assistenziale (es. Rianimazione, UTIC, Neurologia, Chirurgia Generale); Monitoraggio congiunto tra Direzione Medica, Ufficio Infermieristico e rappresentanti delle OO.SS. per valutare l’effettivo carico di lavoro e le esigenze del personale; Pianificazione di interventi strutturali per il potenziamento dell’organico OSS, in linea con i parametri regionali (0.15-0.30 unità per posto letto) e con le esigenze specifiche dell’Azienda. Conclusioni: basta promesse, servono fatti. La situazione descritta non è più sostenibile. Non possiamo accettare che il personale sia costretto a lavorare in condizioni così critiche, con ripercussioni sulla qualità dell’assistenza e sulla sicurezza dei pazienti. Non servono promesse, servono fatti concreti e immediati. Alla luce di quanto esposto, chiediamo la rettifica immediata di questa disposizione organizzativa e un riscontro formale entro e non oltre cinque giorni lavorativi dalla ricezione della presente. In assenza di un riscontro tempestivo e adeguato, ci vedremo costretti ad attivare ogni forma di mobilitazione e a segnalare questa gestione inadeguata a tutti gli organi competenti, a partire dall’Assessore Regionale alla Sanità. Confidiamo in un Vostro tempestivo e positivo riscontro, rimanendo a disposizione per ulteriori chiarimenti o per un confronto diretto, nell’ottica di garantire un’assistenza di qualità e il rispetto dei diritti contrattuali del personale”.