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Lavoro, il 44% degli italiani è insoddisfatto della propria retribuzione economica

Redazione 2

Lavoro, il 44% degli italiani è insoddisfatto della propria retribuzione economica

Mer, 03/05/2023 - 11:35

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L’insoddisfazione e’ trasversale per genere, pari tra uomini e donne, mentre l’eta’ e’ differenziante: i giovani della Generazione Z, all’inizio del proprio percorso professionale, sono i piu’ scontenti (51 per cento).

I lavoratori insoddisfatti dello stipendio sono in egual misura al Nord e al Centro (47 per cento), mentre spicca in positivo la quota di soddisfatti nelle aree metropolitane del Sud (62 per cento), grazie ad un costo della vita piu’ contenuto rispetto ad altri territori. La retribuzione emerge come primo driver di scelta nella valutazione di un’offerta di lavoro, staccando di netto gli altri criteri; seguono la vicinanza a casa e la stabilita’ dell’azienda. Sono importanti anche il ruolo offerto e la possibilita’ di conciliare il lavoro con le esigenze della vita privata.

Sono i risultati di una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sul mercato del lavoro in Italia e le sue nuove tendenze, dalla quale emerge inoltre che 1 lavoratore su 2 e’ aperto alla possibilita’ di cambiare lavoro. Tra gli insoddisfatti, il 76 per cento si sta almeno guardando attorno alla ricerca di nuove opportunita’ (il 26 per cento sta cercando attivamente); il 41 per cento di chi cerca lavoro si dichiara disponibile a un trasferimento all’estero, una propensione che tra i giovani della Generazione Z sale al 46 per cento.

Rispetto al genere, i piu’ propensi sono gli uomini rispetto alle donne (35 per cento a fronte del 26 per cento); il lavoro in presenza (33 per cento) viene preferito a quello completamente da remoto (15 per cento). La modalita’ di lavoro preferita e’ quella ibrida (ufficio + remoto), dal 51 per cento degli uomini e dal 53 per cento delle donne; 7 lavoratori su 10 esprimono un giudizio positivo sul proprio work-life balance, anche se solo l’11 per cento ne e’ “molto” soddisfatto; un lavoratore su 10 rinuncerebbe subito a una piccola percentuale della retribuzione per migliorare il proprio work-life balance; si arriva a quasi 3 lavoratori su 10 se si include chi lo farebbe certamente in futuro.

L’idea della settimana lavorativa corta (a parita’ di ore complessive e stipendio) e’ molto appealing: il 46 per cento e’ “molto” interessato, soprattutto tra le donne e i lavoratori Millennials.

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