Salute

Psicologia, il primo bacio non si scorda mai per il 95% degli italiani

Redazione

Psicologia, il primo bacio non si scorda mai per il 95% degli italiani

Lun, 03/04/2023 - 16:16

Condividi su:

Dolce, romantico e soprattutto impacciato: così gli abitanti del Bel Paese descrivono il loro primo bacio, un momento saldamente fissato nella mente di oltre 9 italiani su 10. Questo quanto emerge dalla ricerca condotta in occasione della Giornata Internazionale del Bacio, che si celebra il 13 aprile, da MioDottore – piattaforma leader in Italia e nel mondo specializzata nella prenotazione online di visite mediche specialistiche e con medici di medicina generale e parte del gruppo DocPlanner – con l’obiettivo di esplorare i ricordi legati al primo bacio degli italiani. Inoltre, MioDottore ha coinvolto una delle sue esperte, la dottoressa Sabrina Germi, psicologa e psicoterapeuta, per commentare le evidenze emerse e spiegare perché alcuni avvenimenti sono così indimenticabili.

NON (SOLO) IL VOLTO DELL’AMATO, MA LA LOCATION: ECCO COSA RICORDANO GLI ITALIANI DEL LORO PRIMO BACIO – Si dice che il primo bacio non si scordi mai e le evidenze emerse dall’indagine di MioDottore sembrerebbero confermare tale saggezza popolare: il 95% abitanti dello Stivale ricorda il primo bacio. Un iniziale approccio all’altro e all’intimità, questo, che vede protagonisti soprattutto i ragazzi in età preadolescenziale, con un’età compresa tra 12 e 15 anni (49%), o quelli poco più grandi, tra i 15 e i 18 anni (39%). Forse proprio perché scambiato in tenera età, il primo bacio riaffiora nella mente degli italiani come ‘impacciato e imbarazzante’ (43%) ma anche ‘dolce e romantico’ (37%), non sempre ‘travolgente’ (14%) e, fortunatamente, quasi mai ‘disastroso’ (6%).

Ma cosa si rievoca più facilmente di quel momento? Non il giorno in cui è avvenuto (3%) né cosa si indossava (3%), bensì la location: un particolare saldamente impresso nella memoria di oltre 1 italiano su 2 (58%), tanto da superare addirittura il ricordo del volto della persona baciata (53%) e delle emozioni connesse a quell’istante (50%).

L’AMORE È BELLO FINCHÉ DURA: POTENDO TORNARE INDIETRO, 1 SU 4 BACEREBBE UN’ALTRA PERSONA – Secondo la ricerca di MioDottore il primo bacio spesso suggella una relazione più o meno seria, con il 53% degli intervistati che dichiara di averlo dato al fidanzatino o alla fidanzatina di allora e il 33% che racconta di aver vissuto quel momento con una persona con cui aveva un piacevole ma temporaneo flirt. Ma poi gli anni passano e i sentimenti mutano quasi per tutti, così 7 italiani su 10 (71%) ammettono di aver perso di vista la persona con cui hanno condiviso quel momento, vuoi per il naturale decorso del tempo vuoi perché il rapporto si è chiuso malamente (rispettivamente secondo il 90% e il 10% di quanti non frequentano più la persona a cui hanno dato il loro primo bacio).

Del resto, pare proprio che quella che gli abitanti della Penisola credevano fosse la loro “dolce metà” non si sia rivelata poi così tanto dolce: infatti, se fosse possibile tornare indietro nel tempo e modificare qualcosa di quel giorno, ben 1 su 4 (26%) cambierebbe la persona con cui ha scambiato il primo bacio.

Si potrebbe pensare che ad avere i ricordi più nitidi del primo bacio siano i giovani, in quanto per loro è generalmente un avvenimento più recente rispetto alle altre generazioni, ma non sempre è così. Dalla ricerca di MioDottore sembra infatti che il tempo trascorso dal primo bacio ad oggi non incida sulla probabilità di ricordarlo meglio. Anzi, pare addirittura che un numero maggiore di Millennials abbiano dimenticato quel dolce avvenimento rispetto ai Baby Boomers, con l’11% degli italiani tra i 26 e i 41 anni che sostengono di non ricordare nulla del loro primo bacio contro il 4% degli over 58.

Inoltre, sembra che i Baby Boomers abbiano i ricordi più vividi anche quando si parla di piccoli dettagli: non solo richiamano alla mente con la stessa semplicità dei più giovani aspetti come il luogo in cui hanno dato il primo bacio o quel turbinio di sensazioni ad esso associato, ma battono i Millennials nel ricordare le minuzie, tanto che il 7% degli over 58 rammenta con precisione perfino l’outfit di quel giorno, percentuale che scende al 2% nel caso di coloro che hanno tra i 26 e i 41 anni. Se, dunque, dalle analisi di MioDottore non si riscontra una correlazione tra la distanza temporale dell’evento e la probabilità di richiamarlo alla mente, da cosa dipende il ricordo?

Una risposta potrebbe essere rintracciata nelle emozioni. Come spiega la psicologa Sabrina Germi di MioDottore “l’emozione potrebbe essere descritta come una sorta di memoria se si considerano le sue possibilità di facilitare o inibire il ricordo di eventi ed esperienze. Non solo, essa aumenta anche la ricchezza di dettagli soggettivi che si rammentano: i ricordi più emotivi vengono memorizzati con maggior efficienza perché attivano strutture cerebrali differenti rispetto a un avvenimento che suscita sensazioni più contenute”.

Pubblicità Elettorale