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Caltanissetta, Corbo: “io superstite Capaci vedo compiersi il papello”

Redazione 2

Caltanissetta, Corbo: “io superstite Capaci vedo compiersi il papello”

Sab, 21/05/2022 - 15:56

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Sul trentesimo anniversario delle stragi di mafia piombano le polemiche per l’ok al permesso premio che potrebbe essere concesso da qui a breve a Giuseppe Barranca, coinvolto negli attentati di Capaci, di via dei Georgofili a Firenze, di via Fauro a Roma e via Palestro a Milano.

Un ergastolano che ora potrebbe tornare libero, seppur per brevi periodi, perche’ ha ottenuto la revoca del 41bis e reciso i collegamenti con la mafia.

“Una scelta ad hoc e significativa – dice amareggiato Angelo Corbo, uno dei tre agenti che si trovava a bordo della Fiat Croma che seguiva quella dei giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo – forse sono le mie fantasie un po’ strane, il mio cervello e’ malato… Tutte queste richieste stanno avvenendo in un particolare momento. Chi dice che siano tra i punti del famoso papello non ha torto”.

Per Corbo “la famosa trattativa Stato mafia e’ racchiusa in quel fatidico documento che non si e’ mai voluto trovare. Siamo qui molte volte a osannare certe persone che non vanno osannate… siamo qui ancora a capire chi sia stato il mandante della strage di Capaci, di via D’Amelio, chi aiutava Riina, Provenzano, Santapaola, Graviano. Tutte queste cose piano piano stanno arrivando.

Forse Ciancimino junior non aveva torto quando diceva che il papello era formato da questi punti”. Corbo parla da vittima e “non posso essere contento di una scarcerazione come questa”. Tra i tanti condannati per la strage di Capaci, anche se al momento solo in primo grado, c’e’ Matteo Messina Denaro, il superlatitante di Trapani: “Per me, brutto dirlo perche’ fino a qualche anno fa facevo parte della polizia di Stato, non c’e’ la voglia di catturarlo. Probabilmente forse e’ lui che custodisce quel famoso papello e quindi tiene per la cintura le persone che contano nella nostra Repubblica”.

Poi il ricordo del pomeriggio della strage, del grande boato e di quell’immagine spettrale dell’autostrada squarciata. “Ricordo che eravamo li’, da soli. Noi pensavamo che i nostri colleghi della prima macchina con a bordo Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani fossero passati indenni da quell’autostrada.

Che grazie a loro sarebbero arrivati i soccorsi. Ci siamo ritrovati noi ragazzi, perche’ all’epoca il piu’ grande di noi aveva 28 anni”.

“Ci siamo trovati in quell’atmosfera, in quella situazione – ricostruisce, nel suo colloqui con AGI, ancora Corbo – e sapevamo che loro, i respo erano li’, che ci stavano guardando e osservando ed eravamo sicuri che sarebbero scesi per completare il lavoro. Ricordo che venni portato via da quel luogo dai soccorsi e fino a quel momento Falcone era vivo.

Quando il caposcorta di turno Gaspare Cervello lo chiama per nome – e non era mai accaduto fino a quel momento perche’ lo chiamavamo tutti dottor Falcone – lui si giro’. Sentiva la nostra voce, chiaramente era provato ma era vivo. Sono stato portato via, non so cosa e’ successo dopo”. Era gia’ sposato Angelo Corbo, aveva un figlio piccolissimo ed ha rischiato di morire. La moglie ancora oggi preferisce stare in silenzio su quel tragico giorno.

“Mia moglie e’ stata una grande donna che ha deciso di accettare le sorti di quel ragazzo che aveva scelto come marito. Aveva capito che il marito, che aveva accettato di far parte di quella scorta, era diventato un morto che camminava. Perche’ scortando un morto che cammina si diventa tale. Lei l’ha accettato perche’ era il nostro ideale di legalita’; fare qualcosa di concreto a una persona come Giovanni Falcone che era qualcosa di indecifrabile”. Sono quattro i superstiti della strage di via Capaci, oltre a Giuseppe Costanza i tre poliziotti: Gaspare Cervello (“che preferisce non parlare piu’ di questa storia”, dice Corbo), Angelo Corbo e Paolo Capuzza.

Per loro, che hanno rischiato di essere ammazzati come i colleghi della prima macchina, non c’e’ stato nessun passaggio di grado “perche’ il dirigente se l’era dimenticato… come si fa a dimenticarsene dopo che aveva perso 12 agenti di scorta nel giro di pochissimo tempo. Doveva inoltrare istanza entro sei mesi da quel giorno e non lo ha fatto. Incredibile, eppure e’ successo. E continuano ad accadere anche oggi cose incredibili”.