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Le tessere e il mosaico: “Il Natale”

Don Salvatore Callari

Le tessere e il mosaico: “Il Natale”

Dom, 20/12/2020 - 13:11

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Don Salvatore Callari

Il Natale è la festa più conosciuta e più amata dell’anno, in tutto il mondo anche se sono diversi i punti di vista nel solennizzarla. Non vogliamo parlare soltanto del Natale come evento cristiano. Scherzando potremmo dire , : non ha bisogno di presentazione”. Forse può essere utile ricordare che per i cristiani non è solo la memoria della nascita di Gesù, ma un solenne stimolo o invito , ad accoglierlo non in modo superficiale. vedendone cioè gli aspetti festaiuoli, legati al Natale. Pur trattandosi di cose serie, tuttavia, mi introduco con un paragone lepido e dire: la vita umana è come un cappuccino servito al bar. E’ davvero ingenuo l’accostamento, ma ci consente , con bonarietà e semplicità, di capire meglio il discorso. La umile bibita risulta da una miscela di due elementi , latte e caffè. Se si sbaglia il dosaggio perde la sua identità. Così ’ possiamo dire della nostra vita: è un “ concerto” di vicende del tutto diverse tra di loro. Quelle gioiose e quelle tristi . Dobbiamo avere un equilibrio sano per valutare la vita: non è giusto “ vedere” con occhio pessimista, solo cioè gli aspetti oscuri, né è segno di saggezza vedere solo gioie e feste. La chiesa nella liturgia, anche per la commemorazione del Natale ci illumina e ci esorta a pregare : “ Signore insegnaci a valutare con sapienza i beni della terra ( e tutto quello che è riconducibile a questo ambito) ma nella continua ricerca dei beni del cielo”. Una visione saggia della vita e un equilibrato giudizio come dice Gesù “ Date a Dio, quel che è di Dio e a Cesare quello che è di Cesare” La vita ordinaria tenta a far prevalere l’aspetto esteriore della festa che si … festeggia, con vacanze , cenoni, e pranzi e giochi e scherzi, Occorre trovare la giusta maniera di viverne gli aspetti religiosi, più nobili e dando anche spazio agli aspetti umano-terreni. Diciamo allora che si deve trovare la giusta proporzione … della miscela. La festa di Natale, dunque, la consideriamo in tre fasce tutte e tre importanti. La prima: non si può certo prescindere dal ricordare come nel passato, il popolo eletto di Isacco e di Giacobbe aspettava la venuta del Messia ( Gesù ) . E’ un esemplare, Con grande ardore si coltivava l’attesa del Messia . I profeti usavano espressioni ricche di fede , di interiore esultanza ,e pregavano con il popolo : “ Stillate cieli dall’alto e le nubi piovano il giusto, si apra la terra e germogli il Salvatore; dimostraci la tua misericordia e avremo la salvezza”. Oggi dovremmo considerare questo un modello gioioso di attendere la venuta, di Gesù , in memoria, La seconda fascia è quella che ci propone la Chiesa, che ci sollecita a dare il vero significato dell’accoglienza del Bambino, “ con fervida e operosa fede e nel cuore la gioia per il mistero dell’Incarnazione: “Il l Signore viene e riempirà di luce i suoi fedeli. Egli viene a liberarci dai nostri peccati, è il Redentore.” La terza fascia è quella più … vulnerabile : non vogliamo turbare però, la festa, con considerazioni ininfluenti e inopportune. Nella

“ miscela” però non si devono considerare gli aspetti della memoria biblica ( la prima venuta) con parametri umani ma con spirito di fede matura e la consapevolezza interiore. Egli viene incessantemente con la grazia, la Parola, i Sacramenti e la Lieta novella sempre viva ed attuale del Vangelo . La terza venuta è quella finale, quando verrà nella gloria, alla quale dobbiamo prepararci con vigile attesa.

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